La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Una mattina in fila con il curriculum

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Le persone in fila indiana con i curriculum vitae stretto sotto un braccio. Nella mano rimasta libera, i cellulari stretti tra le dita per esibire il green pass rafforzato. Uno dopo l’altro, aspettano di entrare nella hall room dell’Hotel Roma in piazza Carlo Felice a Torino, dove i primi arrivati già siedono sulle poltroncine per sostenere i colloqui e compilare i fogli per le domande. Sono circa una trentina le persone che questa mattina si sono presentate all’ingresso dell’albergo per il “Curriculum Day“, l’evento organizzato dalla Rekeep, azienda leader in Italia per la gestione e la fornitura di servizi integrati alle imprese, per la selezione di addetti all’allestimento degli scaffali nei supermercati di Torino e provincia. In particolare nei comuni di Rivalta, Chivasso, Rivoli e Alpignano. Alla fine del processo di selezione, saranno circa 70 i candidati che verranno spediti da Rekeep a coprire i posti disponibili nelle catene della GDO, tra ipermercati e supermercati, Carrefour su tutti.

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Ci sono giovani, giovanissimi ma anche persone di mezza età. La maggior parte è sulla trentina. Tra loro, le storie di chi viene da due anni difficili, quelli della pandemia, che fa sentire i suoi inevitabili strascichi. Uno di questi è Mario (nome di fantasia), 29 anni, disoccupato da due. Vive a Torino insieme alla madre e al fratello, che gli danno un aiuto come possono. Ha la faccia stanca e lo sguardo un pò disilluso traspare dai suoi occhi sopra la mascherina. Viene da un periodo duro e non lo nasconde. Prima di rimanere a casa, si guadagnava da vivere lavorando in nero in un campo agricolo di Carmagnola. Quell’impiego lo ha perso a causa del Covid e per due anni di opportunità vere non ne ha avute. Come tutti, spera che questa sia la volta buona.

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In coda per l’iniziativa di Rekeep ci sono anche tanti giovani ragazzi immigrati. C’è n’è uno, in particolare, che spicca per lo sguardo vispo, di chi ne ha viste e passate di peggio. Faki ha 28 anni e viene dal Sudan. Nel 2008, a 15 anni, scappa da un paese dilaniato dalla guerra civile per non farvi più ritorno. Passa prima dal Niger e poi giunge in Libia, dove investe una somma pari a circa 600 euro per pagare la traversata del Mediterraneo agli scafisti. Una cifra enorme per un sudanese. Arriva sano e salvo a bordo di un barcone in Sicilia, circa cinque anni fa, e ottiene il permesso di soggiorno. Titolo che a breve dovrà rinnovare. Da lì si trasferisce a Cuneo. A quel punto un amico gli offre appoggio per stabilirsi a Torino, dove per un periodo lavora anche come magazziniere a Leroy Merlin. Con la pandemia si ritrova anche lui senza più impiego. A inizio 2021 si sposta allora in Francia, a Parigi, dove tira a campare in nero lavando biancheria da letto di casa in casa, prima di far ritorno in Piemonte. “Voglio solo lavorare, non chiedo altro”, dice sorridendo da sotto la mascherina, prima di varcare la soglia e sparire dietro le porte del Roma Hotel.