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Sviluppo rurale, per la Regione giovani e crisi idrica le sfide più urgenti

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“Più ricco, più facile, più aggiornato”. Il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio ha descritto così il Complemento di sviluppo rurale (Csr), che prevede la distribuzione di circa 756 milioni di euro investiti dall’Unione europea nel settore agricolo piemontese. Presentato questa mattina a Torino, il programma di sviluppo si inserisce nell’alveo della Politica agricola comune (Pac) dell’Unione europea, lo strumento comunitario che tutela le attività agricole nei Paesi membri. Più di 50mila aziende piemontesi potranno beneficiare dei fondi in un momento storico in cui la crisi economica ed energetica e l’epidemia di peste suina africana hanno messo a dura prova la tenuta del settore. Secondo Cirio, “Oggi il Csr salva, ed è un intervento vitale per le aziende agricole, che investirà un milione di ettari di superficie agricola”.

Il presidente Cirio ha detto che l’obiettivo principale del piano è quello di adeguare la distribuzione dei fondi alle sfide emerse negli ultimi anni. La Regione, ha spiegato il governatore, ha lavorato per snellire l’eccessiva burocratizzazione che spesso ostacola i possibili beneficiari nella partecipazione ai bandi. Questo Csr, per Cirio, “è più allineato con le esigenze reali di un’agricoltura che è cambiata negli ultimi sette anni”.

Emergenza idrica e peste suina africana sono in cima all’agenda politica della regione. Il responsabile della direzione Agricoltura e Cibo Paolo Balocco e l’assessore Marco Protopapa hanno affermato di aver tenuto conto delle difficoltà riscontrate dalle piccole e medie imprese agricole del Piemonte, dalla pianura alla montagna.

Le associazioni del settore hanno accolto con favore la nuova programmazione. “Oggi è una discreta giornata”, ha commentato, tra gli altri, il presidente di Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo, “il bicchiere è per metà mezzo pieno”. Moncalvo ha accolto con favore l’accesso facilitato ai bandi ma ha suggerito che serve una spinta agli investimenti dedicati ai giovani. E ha poi avanzato una proposta concreta per affrontare l’emergenza idrica: per il presidente di Coldiretti Piemonte si dovrebbe valorizzare il lavoro dei Gruppi di azione locale (Gal) nell’ottica di razionalizzare l’impiego dell’acqua e condividere pratiche virtuose a livello territoriale. Tra le priorità della direzione all’Agricoltura, dovrebbe esserci la volontà di non usare le risorse del Csr solo per coprire una situazione emergenziale, ma puntare a una strategia comune che prevenga le difficoltà legate alla crisi idrica.