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Pfas nelle acque del Torinese, è corto circuito

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“Quando è uscita la notizia sulla contaminazione delle acque di Torino l’assessorato si è subito attivato, scrivendo una lettera a Smat per capire se questa cosa fosse vera”, dice l’assessora all’Ambiente Chiara Foglietta riferendosi a un rapporto di Greenpeace pubblicato il 6 febbraio. I dati del report denunciano la presenza di Pfas nelle acque piemontesi, una questione che da anni riguarda la provincia di Alessandria, che a Spinetta Marengo ospita lʼunica produzione ancora attiva dei composti Pfas in Italia, il polo chimico di Solvay Specialty Polymers. Il rapporto di Greenpeace allarga ora il problema a oltre 70 comuni della città metropolitana di Torino. Dopo l’appello dell’assessorato all’Ambiente, Smat ha smentito il problema: secondo i dati pubblicati, per la campagna di monitoraggio Pfas 2023 “Smat ha analizzato 1.327 parametri evidenziando la totale assenza di Pfas e quelli positivi sono risultati ben al di sotto del limite di legge. Per noi la questione si chiude qui perché i dati del gestore dell’acqua di Torino, Smat, non concordano con quelli di Greenpeace”, conclude l’assessorato all’Ambiente.

Risponde Greenpeace: “Noi non abbiamo mai detto che i dati non rispettano i limiti di legge – dice Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia dal 2015 -. Il fatto è che si tratta di una questione politica, non più ambientale. Il problema non è del gestore perché Smat fa quello che gli dice di fare il legislatore, quindi Asl e soprattutto la Regione, che ha competenze sanitarie. Questa acqua in Veneto non sarebbe potabile”. Ungherese spiega che il nodo sta nel vuoto di legge che causa una mancata regolamentazione dell’uso di questa sostanza: la direttiva europea che entrerà in vigore il 12 gennaio 2026 è basata su parametri fissati nel 2020. “Quel discorso non è attuale – dice Ungherese -, esiste uno scollamento tra scienza e legge: lo scorso novembre l’Unione europea ha classificato come cancerogena la Pfas. Il punto non è che i dati Smat rientrino nei limiti legislativi ma che i limiti legislativi non sono adeguati alla realtà e di mezzo ci vanno le persone, come sempre”. Il 23 febbraio Greenpeace porterà la questione all’Off Topic, con un evento che coinvolgerà la comunità scientifica per fare il punto della situazione.