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Leone 1857 raddoppia e punta sul cioccolato

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Gru posizionata, primi scavi avviati. Parte l’ampliamento dell’azienda dolciaria Leone 1857 di Collegno. Un balzo che vedrà la nascita di un nuovo stabilimento improntato sulla produzione di cioccolato accanto al quartier generale, reame delle celebri pastiglie made in Piemonte. Con un investimento di circa 30 milioni di euro, al centro di un’area di settemila metri quadrati nascerà quella che la proprietaria Michela Petronio ha rinominato “la fabbrica della felicità”.

Oltre a un impatto zero con l’uso del fotovoltaico, la struttura aprirà le porte a cittadini e turisti. Ci saranno un museo interattivo, un caffè, giardini e una serra con all’interno alberi della zona. Per la prima visita l’appuntamento è ad autunno 2025, periodo di termine dei lavori. Con la nuova fabbrica, collegata da una struttura avvolgente con l’altra, Leone 1857 prevede una quindicina di assunzioni in vista. Numero da aggiungere agli attuali 85 dipendenti fra reparti e uffici.

Sul piano produttivo, i futuri spazi puntano forte su praline e cri cri. Delizie il cui concaggio verrà fatto a pietra, una pratica dal richiamo novecentesco. “Riporteremo in vita questa antica lavorazione del cioccolato grezzo – spiega Petronio – e faremo una lavorazione di praline partendo dalle fave di cacao. Oggi il cioccolato vale il 10% dei ricavi dell’azienda e puntiamo ad arrivare almeno al 40%”.

Davanti alla corsa dei prezzi delle fave in tutto il mondo, Petronio è fiduciosa: “Spero che non ricada su di noi che comunque siamo un marchio premium, espressione dell’artigianalità”. Con un fatturato di 12 milioni di euro l’anno scorso (+10% dal 2022), confermato nel primo quadrimestre del 2024, la grande fetta produttiva di Leone restano la confetteria, di cui il 30% le pastiglie dai sapori d’antan. E Petronio, che ha rilevato il marchio nel 2018 con il marito Luca Barilla, vuole dare più peso ai mercati esteri: “Il 30% del fatturato arriva da fuori Italia, in prevalenza dall’Europa. Con questo progetto guardiamo anche a Stati Uniti e Messico”.

Per ora sono Germania, Francia e Svizzera i consumatori più golosi. Dai locali dello stabilimento, intanto, arriva il richiamo di odori vintage. Dopo il record di uova pasquali prodotte (circa 8.000), continuano ad essere sfornate 20mila scatolette di pastiglie e 5.000 tavolette di cioccolata al giorno. Tutte impacchettate in design dai colori caldi e accesi. Qualcuno anche con paesaggi italiani. «Lo scorso anno abbiamo realizzato una confezione richiudibile che ha ridotto l’uso della carta del 30% e ridisegnato le latte rendendole più modulari, valorizzando il brand sugli scaffali», conclude Petronio.

Il taglio del nastro