Le risposte non lasciano dubbi: a dieci giorni dal lancio della call to action di Futura News dedicata alla salute mentale, il 100% degli intervistati crede che in Italia ci siano ancora ostacoli economici e culturali legati a questo tema. Ma non basta. Tutti coloro che hanno compilato il form si dichiarano favorevoli all’introduzione di un bonus psicologico per favorire l’accesso alle cure. Questione molto discussa, dopo che il ministero dell’Economia ha fatto saltare, per motivi di bilancio, un emendamento alla Manovra 2022 che chiedeva l’istituzione di un “Fondo salute mentale” da 50 milioni l’anno, per aiutare le persone a sostenere le ingenti spese necessarie per intraprendere un percorso di terapia.
Tra le risposte che abbiamo raccolto in questi giorni, il 50% sono di donne e il 50% di uomini. Il 22,7% ha un’età compresa tra i 18 e i 24 anni, il 36,4% si situa nella fascia over 30, mentre il restante 40,9% in quella 25-30.
La pandemia ha impattato negativamente sulla salute mentale dei più: se per il 72,7% il fenomeno Covid ha spinto a una maggiore attenzione al tema, il 63,3% ha dichiarato che la situazione sia peggiorata da due anni a questa parte. Per il 22,7% è rimasta uguale e solo per il 13,6% è migliorata. Eppure, nonostante questo, il 59,1% degli intervistati non si è affidato a uno specialista e l’86,4% ritiene che la cura psicologica comporti uno sforzo economico gravoso. Del 36,4% dei coloro che invece hanno chiesto aiuto, la maggioranza lo ha fatto nell’ultimo anno.
Per concludere, il trend di risposte fornisce un dato per certi versi rassicurante: la salute mentale sta smettendo di essere un tabù. Il 68,2% di coloro che hanno compilato il form dicono di aver parlato delle loro difficoltà a famigliari o conoscenti; solo il 27,3% non lo ha fatto. Il 59,1% non ha più paura di confidarsi con gli altri, mentre il 36,4% teme che parlare di salute mentale sia un modo per rendersi vulnerabili.
