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Final Eight: il basket italiano guarda al futuro

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Archiviate le vittorie di Napoli e Schio, è giunto il momento di tirare le somme della Coppa Italia di basket 2024 a partire dall’inedita formula che ha visto affiancate Final Eight maschili e Final Four femminili in un unico, grande evento che in cinque giorni ha portato all’Inalpi Arena 45.631 spettatori. Un record assoluto per una manifestazione che il presidente della Legabasket, Umberto Gandini, ha definito un appuntamento centrale nel calendario sportivo italiano. Esempio da seguire anche in altre discipline secondo il ministro dello Sport, Andrea Abodi, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo del movimento di base partendo dall’incremento di visibilità data a campioni e campionesse.

Per tutta la durata dell’evento Futura News ha seguito dal vivo ogni partita della competizione, creando contenuti live e in esclusiva e raccogliendo le testimonianze di alcuni dei volti più noti del mondo del basket e dello sport che si sono avvicendati a bordo campo per assistere allo spettacolo della Coppa Italia. Attraverso le loro parole proviamo a gettare lo sguardo verso il futuro del basket italiano.

Il futuro del basket passa da Torino

Nell’attesa che una squadra della città possa tornare a competere in Serie A, dopo la parabola dell’Auxilium e la promozione della Reale Mutua svanita per un soffio lo scorso anno, la Coppa Italia 2024 ha riportato a Torino il grande basket italiano, bissando il successo della passata stagione e arricchendo l’evento con un un giorno di partite grazie all’integrazione delle Final Four femminili. “Siamo molto contenti di aver portato oltre 40mila persone a godere lo spettacolo del grande basket a Torino: è una città che ci permette di gestire al meglio grandi eventi del genere”, ha detto il presidente della Legabasket, Umberto Gandini, spalancando le porte a una riedizione del format misto già a partire dal prossimo anno: “Ne parleremo senz’altro con la Lega femminile e il presidente Massimo Protani, ma per quanto ci riguarda l’intenzione è di replicare quanto fatto in questi giorni, magari con il ritorno alle Final Eight al posto delle Final Four. Torino stessa offre diversi impianti: le gare dei quarti si potrebbero giocare in campi diversi per unirsi dalle semifinali in poi”. Uno spoiler in vista della prossima stagione? Presto per dirlo. Tra le certezze, l’obiettivo di far crescere il numero di spettatori dei quarti di finale nonostante il +30% sullo scorso anno registrato nella seconda serata di queste Final Eight.

Il progetto di Gandini, però, guarda anche più in là: “In Italia tutti gli sport di squadra, tranne il calcio, sono sport di nicchia: ne siamo consapevoli e stiamo cercando di lavorare per allargare quella del basket, ma posso dire che in questi anni sicuramente qualcosa di buono è stato fatto. Il mio scopo è quello di restituire al basket lo spazio e la dimensione che merita – ha detto il presidente di Lega -. Per quanto la capienza degli impianti sia un limite, stiamo provando a potrare al sold out i palazzetti italiani, facendo capire alle amministrazioni locali che è necessario disporre di luoghi più grandi”.

Soddisfatto della manifestazione anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi: “La scelta di mettere insieme le finali di Coppa Italia maschili e femminili mi è piaciuta molto perché restituisce appieno il senso di un movimento, quello del basket, che si sta evolvendo anche nell’ottica del 3×3: è la disciplina del futuro, lo abbiamo visto anche alle ultime Olimpiadi”. La crescita del movimento, sottolinea il ministro, va oltre i risultati delle singole squadre: “È fondamentale promuovere questo sport a partire dalle scuole, c’è stato qualche segnale di appannamento, ma vedo una grande ripresa per questa disciplina così affascinante”.

Femminile e territorio, l’obiettivo è crescere

“Inutile far finta di niente: finché non cambierà nel reclutamento sarà difficile aumentare il numero di atlete”. Il tema della promozione del basket è al centro delle parole di Laura “Chicca” Macchi, ambassador delle Final Four femminili, che intervenendo ai nostri microfoni ha fatto il punto sulla condizione della pallacanestro femminile: “Nelle scuole è molto più facile montare una rete e giocare a pallavolo, anzi tante palestre non hanno neppure la struttura del canestro e così è davvero difficile. Bisogna continuare a lavorare sul tessuto sociale, a partire dalle famiglie”. Lo sviluppo del movimento di base si alimenta anche dai successi delle squadre, su tutte la nazionale: “L’attuale gruppo delle azzurre è il più forte che ci sia mai stato almeno negli ultimi 15 anni, sia a livello fisico che di talento, e rappresenta il traino dell’intero movimento: centrare buoni risultai farebbe crescere ancora di più la base del nostro sport”.

Da un ambassador all’altro. Carlton Myers è stato per oltre vent’anni la stella del basket italiano, portabandiera della delegaizione olimpica ai Giochi di Sydeny nel 2000: “La pallacanestro è stato il mio lavoro per qualche anno”, dice scherzando Myers, imbattuto top scorer in una singola gara di campionato grazie a quegli iconici 87 punti segnati contro Udine nella stagione ’94-’95, quando indossava la divisa del Basket Rimini. “Non capita a tutti di essere nominati ambassador e ne sono felicissimo: le Final Eight 2023 sono state un evento molto apprezzato che si è voluto ripetere a Torino grazie alla grande sintonia dell’intera squadra organizzativa, Lega, Federazione e aziende partner”.

Con toni istituzionali – da uomo simbolo dell’evento, appunto -, l’ex azzurro anticipava già durante la conferenza inaugurale della Coppa Italia il dato confermato ieri, lunedì 19 febbraio, dal Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, intervenuto alla presentazione degli Special Olympics: “Il +10% di biglietti venduti significa il coinvolgimento di tanti appassionati, elemento fondamentale del turismo sportivo che si ripercuote sulle aziende della città e del territorio”. Anche Giampaolo Mastromarco, presidente del comitato regionale Fip, commenta positivamente l’impatto della manifestazione: “È una grande cassa di risonanza per tutto il basket piemontese: attendiamo questi giorni con grande passione, inoltre con le Final Four femminili abbiamo rappresentato a 360 gradi il movimento e ne siamo veramente felici”.

Datome: “La Coppa Italia a volte è crudele”

Fra tanti campioni che si sono avvicendati tra il parterre dell’Inalpi Arena e la mixed zone dedicata ai giornalisti, Gigi Datome non trattiene l’emozione nel raccontare le sue sensazioni a pochi mesi dall’addio al basket giocato: “Com’è assistere alle partite da fuori? Difficile spiegarlo a parole, quando ero in campo la tensione era altissima, adesso è diverso perché arrivo al palazzetto più leggero”. Dopo gli esordi a Siena e Scafati, gli anni alla Virtus Roma aprono all’ex capitano azzurro le porte dell’Nba, prima dei cinque anni al Fenerbahçe e il ritiro con l’Olimpia Milano: “Con loro c’è un legame incredibile, ho tanti amici lì ma è comunque diverso rispetto a quando giocavo”. Sulla Coppa Italia, vinta due volte proprio con i meneghini, Datome non ha dubbi: “Il format è molto attraente, con gare a eliminizione diretta concentrate in pochi giorni, ma a volte sa essere crudele perché si rischia di pagare a caro prezzo una serata storta”.

Sfogliando le antologie di letteratura italiana tra i banchi di scuola capita, a volte, di imbattersi nella poesia di Antonio Barolini, esaltazione di “salti silenziosi” e di “occhi, sui denti, di fuoco”. Ma è nelle parole scritte su un foglio a quadretti da Lorenzo, 11 anni, che si ritrova la vera fiamma della passione per la palla a spicchi: “Ovunque sia una palla e un canestro, io mi diverto”. Il titolo del componimento, del resto, non poteva che essere “Lo sport più bello del mondo“. Ininterrottamente, dal 1892.

Le testimonianze riportate in questo articolo sono state raccolte dagli inviati Riccardo Bessone e Simone Matteis, che insieme a Niccolò Bambini hanno raccontato la Coppa Italia Lba e Lbf 2024 su tutti i canali informativi di Futura News.