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Elezioni regionali, il centrosinistra punta su Milano (dimenticandosi la Lombardia). La visione di Cristopher Cepernich

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Mancano pochi giorni alle elezioni regionali in Lombardia (in programma il 12 e 13 febbraio) e questa tornata potrebbe essere decisiva per molti aspetti. Nonostante la partita sembri già chiusa (a differenza del Lazio, in cui i giochi sono ancora aperti) con la vittoria del centrodestra, che detiene la maggioranza al Pirellone da 30 anni, le incognite sono ancora molte. Tanti i temi al centro: gli equilibri del centrodestra, la leadership di Matteo Salvini, Majorino, l’effetto Moratti. Fondamentale è la differenza elettorale “tra le città e i piccoli centri urbani e montani” secondo Cristopher Cepernich, professore di sociologia dei media all’Università degli Studi di Torino e presidente dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica.

La prossima tornata regionale potrebbe cambiare gli equilibri nazionali. Gli occhi sono soprattutto puntati in Lombardia, patria di Lega e Forza Italia. L’assetto del centrodestra è legato al risultato di Milano?

Quello che succederà in Lombardia non cambierà gli equilibri nazionali. Il centrodestra ha sempre dimostrato nel corso del tempo un’enorme capacità di tenere il baricentro quando sta al governo nazionale. Le elezioni regionali vanno letto su base squisitamente locale. Basti vedere come nel Lazio le alleanze siano diverse.

Non si fanno mai previsioni. La conferma di Fontana è solo una formalità, come in molti credono, o è ancora tutto in gioco?

La sua rielezione non è scontata ma è molto probabile. Fuori dai grandi centri urbani la forza del centrodestra è tale che difficilmente metterà in difficoltà il risultato elettorale. Letizia Moratti da’ fastidio, ma soprattutto a Milano. Come lasci il capoluogo i numeri del Terzo Polo scendono.

Cristopher Cepernich

Rimaniamo su questo tema. Quanto è consistente l’effetto Moratti?

Secondo me avrà un effetto simile a quello che Calenda e Renzi hanno avuto su Milano alle scorse nazionali (piazzandosi al terzo posto con il 16% dei voti totali, due punti dietro Fratelli d’Italia ndr.). Aggiungi anche la personalizzazione del candidato che ha un radicamento forte nella città, l’effetto può essere consistente. Una volta usciti da Milano non c’è più.

Come valuta la scelta del centrosinistra di candidare Majorino, una figura forse distaccata dalla realtà lombarda?

E’ una scelta che viene da Milano ed esprime un radicamento nel capoluogo. Ricordiamoci che Pisapia vince le elezioni comunali contro Moratti (nel 2011 ndr), figura che veniva dalla sinistra laburista. Majorino è espressione delle stesse idee. E’ quindi una sorta di continuità rispetto al successo che ebbe Pisapia. Sala vinse le prime elezioni comunali perché Pisapia portò quell’elettorato dalla sua parte. Secondo me la scelta del candidato del centrosinistra si spiega con un’effettiva efficacia del suo nome nelle rete di Milano, ma non in quella lombarda.

Ora le lancio due possibili scenari. Forza Italia supera la Lega o il Carroccio non raggiunge il 10% nel suo fortino. In quel caso la leadership di Matteo Salvini potrebbe definitivamente entrare in crisi?

Non può essere messa in discussione da una questione elettorale per ragioni di statuto. La Lega da quando ha fatto un’operazione di rebranding rispetto alla “Lega Nord”, di fatto ha cambiato radicalmente il partito, legando la presenza Salvini alla propria esistenza. La sua leadership non può entrare facilmente in crisi a meno che lui non lo voglia. Se fosse una questione elettorale, sarebbe già stato messo in discussione dopo il risultato delle nazionali.

Bossi però spinge per tornare al vecchio Carroccio secessionista.

Ora il perimetro elettorale della Lega è piccolo. Uscire da quella realtà significherebbe entrare in un altro ancora più piccolo.

È dal 1994 che al Pirellone il centrodestra ha la maggioranza indiscussa in Lombardia. Al contrario di altre regioni che storicamente hanno collocazione nel centrosinistra, la Lombardia ha avuto democristiani, socialisti e Pds. Come si spiega questo dominio indiscusso degli ultimi 30 anni?

Si possono fare delle ipotesi. La Lombardia comunque è la principale regione industriale del paese e quindi il centrodestra riesce a dare rappresentanza al mondo dell’imprenditoria. C’è poi la variabile territoriale: nelle piccole aree urbane o montane il centrosinistra non ha più un elettorato da 20 anni. Le elezioni non partono in perfetta parità, i voti già esistono.