La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

IJF24 SABATO 20 APRILE – LA DIRETTA

Dalle 10, la diretta con aggiornamenti live dal Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia sulla pagina X di Futura News.

E se i social media non dessero più spazio alle notizie? Su Twitter disinformazione e fake news la fanno da padrone e pure l’ombra dell’IA inizia a far preoccupare.

Smantellare pezzo per pezzo l’impianto socio-culturale alla base della violenza di genere, a cominciare dai pregiudizi e dai tabù, rispetto alla mascolinità tradizionale. Questo l’obiettivo di “Veri uomini“, il panel dell’Ijf24 dedicato a uno dei temi più rilevanti del dibattito pubblico attuale.

Lo sviluppo delle tecnologie nel campo dell’intelligenza artificiale impone al giornalismo di individuare nuovi strumenti per difendersi dalle fake news: l’incontro con Joscha Weber del Detusche Welle prova a fare luce su come individuare la disinformazione creata dall’Ia.

La testimonianza di due giornalisti e fotoreporter impegnati sui fronti più caldi degli ultimi anni, l’Ucraina e il Medio Oriente, per capire come raccontare la guerra attraverso le parole e le immagini.

Il giornalismo ha il compito di capire quelli che sono i bisogni della generazione Z. Non basta chiedersi cosa sia interessante serve anche un confronto con la comunità di riferimento.

Il 2024 è l’anno delle elezioni, dopo quelle in Russia, l’attesa è per quelle europee e per quelle americane. L’intelligenza artificiale potrebbe condizionare i risultati. Un panel al festival del giornalismo di Perugia ha affrontato proprio questo tema.

Il fenomeno della disinformazione è sempre più diffuso soprattutto nei social media. I più esposti sono i giovani su piattaforme come Tik Tok e Reddit. Il fact cheking diventa così un’arma indispensabile.

India, Stati Uniti ma anche Indonesia e Sud Africa: nel 2024 la popolazione globale è chiamata alla prova della democrazia, mentre ai media spetta invece il delicato compito di riuscire a raccontarle in modo sicuro. Il Festival internazionale del Giornalismo di Perugia ospita un panel dedicato appositamente a questo tema.

L’ascesa degli influencer e delle piattaforme su cui diffondono i loro contenuti impone al mondo del giornalismo una profonda riflessione, in considerazione dell’aumento di credibilità che i “nuovissimi media” stanno avendo proprio a discapito dell’informazione tradizionale. La domanda è semplice: “cosa devono imparare i giornalisti“?

“Non è semplice essere palestinese in Israele. Né nel passato, prima della guerra. Né ora. Mai”. Così Hanin Majadli, giornalista di Haaretz, all’evento “Coprire la guerra da una prospettiva israeliana e una palestinese: il caso Haaretz”.

“Da sette mesi a oggi, nessun giornalista internazionale è stato capace di entrare liberamente e in modo indipendente nella Striscia di Gaza. Non hanno potuto svolgere il loro lavoro di giornalisti – che è quello di investigatori, ricercatori di verità e fact checker”. Così Youmna ElSayed, corrispondente dalla Striscia di Gaza di Al Jazeera English, all’evento “Coprire Gaza, nonostante gli ostacoli“.

Con la fruizione dei video che si sposta sempre più sugli smartphone, fare un buon video in verticale diventa fondamentale. Dalla giornalista Sophia Smith Galer passano insegnamenti e trucchi per crearne uno perfetto nel panel intitolato “Sceneggiatura per video verticali“.

“Tutto è iniziato anni fa quando sugli scaffali del supermercato hanno iniziato ad apparire prodotti con scritto ‘a impatto zero'”. Sören Amelang di Clean Energy Wire riannoda le fila sulle origini del greenwashing all’evento “Come coprire gli obiettivi aziendali a zero emissioni: tra greenwashing e reali intenzioni“.

Da febbraio 2022 la guerra è diventata un tema di primo piano nell’agenda delle testate giornalistiche. Con la voce di tre giornaliste – Sevgil Musaieva, direttrice di Ukrayinska Pravdam, Vivian Schiller, direttrice di Aspen Digital, e Alona Vinograd, ceo di Shomrim -, si parla di cosa è cambiato nel racconto dai fronti all’evento “La complessità di coprire il proprio paese in guerra“.

Spiegare come narrare in modo corretto il continente africano e le sue mille sfaccettature. È l’obiettivo del panel “Africa: esplorare nuovi modi di informare“, in cui Khadija Patel, head of programmes The International Fund for Public Interest Media ha sottolineato: “Siamo esseri umani complessi che vivono in contesti complessi. Non è tutto brutto e non è tutto bello”.

A far partire la quarta giornata di Festival è stato l’evento “In che modo i media mainstream europei dovrebbero coprire i partiti politici di estrema destra?“. Tema portante dell’incontro: i media do dovrebbero denunciare, ignorare, contestualizzare o soltanto riportare la retorica e le politiche dell’estrema destra mainstream? Ne parlano Ann-Katrin Mueller (Der Spiegel), Gilles Paris (Le Monde), Laura Saarikoski (The Helsingin Sanomat) e Mirjana Tomic (Forum Journalismus und Medien).