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“Una città per cantare”: la mostra che racconta un secolo di concerti a Torino

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Il titolo della mostra è tratto da una famosa canzone di Lucio Dalla per Rosalino Cellamare in arte Ron, amico di lunga data del cantautore bolognese, e rappresenta a pieno il legame della città di Torino con la musica: patria italiana del jazz e di tanti artisti che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica leggera italiana, come Alberto Pestalozza, Lidia Martorana, Fred Buscaglione, senza dimenticare Rita Pavone e Umberto Tozzi. La mostra inaugurata oggi presso l’Archivio Storico di Torino è intitolata, infatti, “Una città per cantare” e racconta attraverso una ricca rassegna di fotografia, documenti, articoli, manifesti e locandine, un secolo di storia musicale in salsa torinese, dagli anni ’20 del Novecento ai giorni nostri.

L’esposizione resterà aperta al pubblico dal 9 maggio al 30 settembre 2022, presso la sede dell’Archivio Storico in via Barbaroux 32. Gli orari di apertura vanno dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 16.30. Sabato 14 maggio, in occasione della conclusione dell’Eurovision Song Contest, ci sarà un’apertura straordinaria.

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I Rolling Stones allo Stadio Comunale di Torino, 11 e 12 luglio 1982

La mostra parte dalle immagini di un concerto storico: quello del trombettista statunitense Louis Armostrong al Teatro Chiarella di via Principe Tommaso, il 15 gennaio nel 1935, per la prima volta in Italia. Lo stesso teatro che, circa sette anni dopo, nel 1942, venne completamente raso al suolo dai bombardamenti degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale. La serata fu un successo e venne replicata dal celebre jazzista in un secondo appuntamento. Appena due anni prima, nel 1933, su iniziativa un gruppo di intenditori del genere, tra musicisti dilettanti e collezionisti incalliti, era stato aperto nel capoluogo piemontese il primo “Hot Jazz Club” d’Italia. Ma per molti appassionati del genere è stato proprio il doppio concerto di Armstrong a creare il doppio filo rosso che, da quasi un secolo a questa parte, unisce il Jazz alla città di Torino, dove, dal 2012 ad oggi, ogni anno si svolge un festival dedicato tra i più apprezzati nella penisola. A partire da quel 15 gennaio 1935 nacquero infatti vere e proprie jam session “carbonare” in città, organizzate da giovani musicisti torinesi, attratti da quel genere nuovo e afroamericano, tanto osteggiato dal regime fascista.

“Una città per cantare” parte idealmente dalle immagini del concerto di Armstrong, e dai teatri devastati, in una Torino ferita dalle bombe del secondo conflitto mondiale. Da lì in poi, l’esposizione ripercorre le tappe storiche e l’evoluzione storico-sociale della città, attraverso il racconto dei grandi eventi musicali che la hanno attraversata nel corso dei decenni. Dalla guerra agli anni del boom economico, dalle rivoluzioni del Sessantotto sino ai giorni nostri, la musica è sempre presente e accompagna la storia della città. Nel 1979, altra data “storica” per la musica dal vivo a Torino, lo Stadio Comunale ha ospitato il primo mega-evento musicale italiano: la tappa del tour Banana Republic, di Lucio Dalla e Francesco De Gregori, da cui la stagione dei concerti è ripartita dopo gli anni di piombo segnati dalle bombe molotov lanciate sui palchi degli artisti.

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Il manifesto di uno spettacolo di Giorgio Gaber, 19 gennaio 1969

A partire da oggi, lunedì 9 maggio 2022, fino a sabato 14 maggio, Torino ospita la 66esima edizione dell’Eurovision Song Contest, l’evento in assoluto più grande dal 2006 (anno dei XX Giochi olimpici invernali) ad oggi, con una mobilitazione di circa 200 milioni di telespettatori europei previsti per la serata finale e un un totale di 557 milioni e 800mila persone coinvolte in tutto il mondo, tra cui 1500 giornalisti arrivati in città per raccontare il festival da vicino. La stessa mostra “Una città per cantare”, del resto, è solo una delle tante iniziative culturali che ruotano attorno al maxi-festival musicale. Le istituzioni locali sperano, che l’indotto economico generato dall’evento, insieme alla prossima edizione del Salone del Libro e la tappa del Giro d’Italia, possa dare un contributo decisivo alla ripartenza di una città che cerca faticosamente di trascinare fuori gli scarponi dalla melma della pandemia da Covid-19. Sarà dunque proprio l’Eurovision, l’evento cardine, il punto di svolta, che inaugurerà una nuova grande stagione musicale a Torino, esattamente come a suo tempo fecero a suo tempo i concerti di Armstrong nel ’35 e del duo Dalla-De Gregori nel ’79?