Torino si rianima e alza nuovamente i sipari. Dopo sei mesi di chiusura il Teatro Stabile torna a illuminarsi di nuovo (o meglio, torna il buio in sala), lasciandosi alle spalle il silenzio opprimente delle platee inaccessibili. L’unico in Italia a presentare una programmazione di spettacoli fino a fine anno, con 20 compagnie private.
Il primo a ripartire è stato il Teatro Carignano, che ha debuttato il 26 aprile con “Il piacere dell’onestà” di Luigi Pirandello, per la regia di Valerio Binasco, fino al 9 maggio. La commedia pirandelliana di successo, tratta dalla novella “Tirocinio”, venne presentata per la prima volta nel 1917 proprio al Carignano. E così, dopo oltre un secolo, Binasco sceglie di proporne un adattamento al pubblico, come simbolo di un nuovo inizio.
Anche le Fonderie Limone a Moncalieri hanno riaperto le porte il 27 aprile, portando in scena il teatro dell’assurdo di Eugène Ionesco, con lo spettacolo “Le sedie” del 1952, nella traduzione di Gian Renzo Morteo e per la regia di Valerio Binasco, fino al 16 maggio. Un’opera che sovverte le regole e le convenzioni che governano il nostro vivere in società. Uno spettacolo che esaspera il senso e il significato delle parole, fino a farlo perdere completamente.
“Il nostro teatro non si è mai fermato durante tutto il periodo di chiusura – spiega Filippo Fonsatti, direttore esecutivo del Teatro Stabile di Torino e presidente della Federazione dello spettacolo dal vivo –. Abbiamo sempre provato e preparato 7 produzioni e siamo stati pronti a riaprire appena possibile”.
Con il Decreto Legge del 22 aprile, il Governo ha approvato la riapertura di teatri, cinema, sale concerto e live club a partire dal 26 aprile. Il testo definisce alcune regole precise, come la preassegnazione dei posti a sedere, la distanza un metro tra gli spettatori e una capienza massima del 50%, non superiore a 500 spettatori al chiuso e 1000 all’aperto.
Le nuove linee guida impongono, dunque, al Teatro Stabile di “anticipare le messinscene alle 19.30 per il coprifuoco e di occupare solo una poltrona ogni tre, portando la capienza massima del teatro circa a 230 posti”, sottolinea Fonsatti.
Una decisione che è stata accolta con entusiasmo, prima di tutto, dai lavoratori dello spettacolo, e poi, anche dagli appassionati. “Per gli spettacoli dello Stabile, sono stati venduti 650 biglietti – afferma il direttore dello Stabile –. La speranza è che si verifichi una progressiva ripresa”.
E per sancire la ripartenza, il Teatro Stabile di Torino si prepara a ospitare anche “La parrucca” di Natalia Ginzburg il prossimo 4 maggio al Teatro Gobetti, con Maria Amelia Monti, per la regia di Antonio Zavatteri.
Riaprirà il sipario anche al Teatro Regio il prossimo 9 maggio con “La Traviata” di Giuseppe Verdi, per la regia di Lorenzo Amato.