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Il Teatro Stabile di Torino combatte la chiusura con le sale occupate e la formazione “aperta”

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Nonostante la chiusura dei teatri, lo Stabile apre agli artisti. Il 27 marzo scorso era stata programmata la tanto attesa riapertura dei cinema e dei teatri in tutta Italia, ma l’aggravarsi delle condizioni sanitarie ha costretto il governo a prolungare la chiusura dei luoghi della cultura, con ovvie e gravi ripercussioni per tutto il mondo degli attori e dei tecnici dello spettacolo. Per fare fronte a questa difficoltà, il Teatro Stabile di Torino ha avviato due progetti paralleli, al fine di assolvere a quelle che il il presidente Lamberto Vallarino Gancia e il direttore Filippo Fonsatti hanno definito: “le proprie funzioni pubbliche”. Anche la cultura è da considerarsi come un servizio pubblico e l’idea che essa rimanga bloccata fino a data da destinarsi dovrebbe mettere tutti in allarme. Non potendo più aprire le platee e andare in scena, si è pensato di puntare sulla formazione e sulla messa a disposizione delle strutture per far sì che tecnici e attori possano continuare a mettere in pratica e affinare le proprie capacità in vista dell’auspicato ritorno.

Sale “occupate” dalle compagnie

Da un lato lo Stabile metterà a disposizione due strutture illustri come il Teatro Carignano e il Teatro Gobetti per ben 6 compagnie teatrali di Torino e dintorni: Lab Perm, Piccola Compagnia della Magnolia, Mulino ad Arte, Accademia dei Folli, Asterlizze Teatro e Giacopini-Vacis. Le compagnie prescelte proveranno altrettanti spettacoli: “Dall’altra parte” di Ariel Dorfman, “L’Arte del Vivere e del Morire – Tragodia Project” di Domenico Castaldo, “Aldiquà di tutto” di Christian di Filippo, “Un pianeta ci vuole” di Ugo Dighero, Daniele Ronco e Marco Melloni, “Signorina, lei è un maschio o una femmina” di Gloria Giacopini e Giulietta Vacis e infine “Una cosa che so di certo” di Giulia Ottaviano e Alba Maria Porto. Tutte le opere hanno in comune di essere produzioni originali di giovani autori che trattano le tematiche del presente.

Le sei compagnie verranno scritturate per ben 43 giorni, garantendo un impego retribuito a tutti gli attori e i tecnici coinvolti, e i loro spettacoli verranno messi in cartellone nella rassegna estiva “Summer Plays”. Il tutto si svolgerà in piena ottemperanza delle normative anti-covid, garantendo un tampone ogni 72 ore per ciascun partecipante a spese della fondazione.

Alta formazione e uditori che raccontano

Oltre a questa nobile iniziativa, il Teatro Stabile promuove anche un laboratorio di alta formazione professionale dal titolo “Recitazione, ovvero il gioco della verità” per attori sotto i 35 anni di Torino e provincia, tenuto dal direttore artistico Valerio Binasco. Sono disponibili posti per 8 partecipanti (4 uomini e 4 donne) e per 12 uditori. Gli attori verranno selezionati dalla direzione artistica dello Stabile, per partecipare tutte le informazioni sono contenute in un apposito bando. Coloro che andranno a partecipare lavoreranno sotto la guida di Binasco sui limiti individuali che ostacolano l’espressività, cercando di conquistare una maggiore consapevolezza dei punti di forza nell’interpretazione. Gli 8 partecipanti effettivi saranno scritturati per il periodo del laboratorio grazie a borse di studio finanziate dai Rotary Club del distretto 2031 Gruppo TO5 (Chivasso, Chieri, Settimo Torinese, Torino Est, Torino Nordest) garantendo loro pieno compenso per la giornata lavorativa.

Questa iniziativa darà lavoro a oltre 40 persone tra attori, registi, maestranze tecniche, partecipanti al seminario e videomaker/blogger, chiamati a documentare le varie fasi del lavoro per la realizzazione di un diario in streaming, per un totale di quasi 300 giornate lavorative retribuite. In attesa di poter tornare a staccare biglietti e alzare i sipari, sappiamo che il mondo dello spettacolo non si ferma e lavora per offrire un servizio sempre migliore che fa del bene a tutti.