Siccità, quanto mi costi? In un Piemonte che parla di carenza d’acqua ed emergenza da due anni, nel pieno di maggio si giocano le ultime sfide di prevenzione e contrasto, in vista dell’estate. I timori di rivivere una stagione riarsa, i rischi di razionamento fra il novarese e il verbano e le colture in asciutta sono la fotografia del momento. Una situazione che non è passata inosservata dalla cabina di regia sulla crisi idrica del governo guidato da Giorgia Meloni, presieduta dal vicepremier Matteo Salvini. Lo scorso 5 maggio gli assessori regionali Marco Protopapa e Matteo Marnati hanno portato a casa un finanziamento di 27,8 milioni di euro.
Uno stanziamento dedicato principalmente alla manutenzione straordinaria delle gallerie e dei canali del Regina Elena e Diramatore Alto Novarese. Con interesse a migliorare la tenuta idraulica, il trasporto d’acqua e risparmiarla in territori specifici quali Varallo Pombia, Pombia, Marano Ticino, Oleggio, Bellinzago Novarese e Cameri. Opere che saranno realizzate dal Consorzio Est Sesia e che interesseranno due canali essenziali per la risicoltura della zona, fanno sapere dalla Regione.
Fondi europei per acquedotti e contro le perdite idriche
Si cercano sponde e sostegni fra Bruxelles e Roma. Previsti investimenti sulla rete regionale per 238 milioni di euro, di cui 145 coperti dal Pnrr. A beneficiarne saranno opere come l’invaso di Pianfei Serra degli Ulivi, i consorzi Bealerotto Mussi e della Valle Gesso, nonché l’acquedotto della Valle Orco che servirà 128mila abitanti di 50 comuni differenti.
Per quest’ultimo lo scorso 31 marzo Smat ha annunciato anche l’assegnazione degli ultimi due lotti. Il secondo prevede la realizzazione di condotte di grande adduzione per 55 chilometri e il terzo 74, oltre alla loro interconnessione con le reti comunali. Dopo la chiusura della gara per il primo lotto volto alla creazione del potabilizzatore, i cui costi ammontano a 107,8 milioni di euro – affidati con uno sconto di poco più del 10% -, per il secondo sono stati stanziati circa 51,6 milioni di euro (il costo dei lavori a base di gara ammontava a poco più di 74,8 milioni), mentre per il terzo suppergiù 61 milioni (a fronte del costo iniziale di quasi 72 milioni).
Oltretutto, per contrastare le perdite idriche la Regione ha intascato 193 milioni di euro, di cui 171 timbrati dal Pnrr. A intervenire sulla rete saranno Acqua Novara Vco, Amag, Cordar Biella, Co.Ge.Si, Acquedotto Valtiglione, Gestione Acqua e Smat. In mano all’azienda torinese, c’è anche un programma di digitalizzazione della gestione degli acquedotti, monitoraggio e rilevazione di dati in tempo reale. In sinergia con Ato3, verrà implementato nel 2025 e coinvolgerà gli oltre 12mila chilometri di rete di adduzione e distribuzione d’acqua. Sul cartellino dell’investimento c’è scritto 135 milioni di euro e, anche in questo caso, vengono in soccorso i fondi Pnrr per un totale di 50 milioni di euro. Soldi finalizzati alla riduzione delle perdite idriche e che investiranno i 290 comuni che rientrano in Ato3.
Approvato dal ministero delle Infrastrutture, cosa prevede il progetto nello specifico? Una rete di telecomunicazione che da Torino coprirà tutta la rete idrica della città metropolitana, a cui saranno collegati oltre 380mila contatori e sensori per controllare le perdite. “Si migliorerà sensibilmente la qualità complessiva del servizio idrico integrato a vantaggio degli utenti”, ha commentato Armando Quazzo, amministratore delegato di Smat.
Per la Regione mancano ancora coperture
Dalle ordinanze anti-siccità del governo, sono anche arrivati oltre 700mila euro per coprire i costi delle autobotti e 6,8 milioni per gli interventi di somma urgenza. Più di sette milioni complessivi fra autobotti e bypass, anche se la Regione ha quantificato numeri diversi sui fondi necessari per fronteggiare la siccità del 2023: 10 milioni di euro. Mancano un po’ di risorse a quanto pare, anche per gli interventi di medio e lungo periodo, per cui è stata stimata un’urgenza di quasi 300 milioni di euro.
Tanti poi si domandano cosa succede per gli invasi, fortemente voluti dall’Anbi. Dalla giunta è arrivato un piano ad hoc di un miliardo di euro che, oltre a focalizzarsi sul lago Pianfei (dal costo di 209 milioni di euro), prevede in particolare azioni d’intervento in Valle di Lanzo (420 milioni), Val di Viù sullo Stura (35 milioni), l’invaso Reboissimo in Valle Maira nel Cuneese (95 milioni) e quello artificiale sul torrente Sessera nel Biellese (282 milioni).
Agricoltura e siccità
Nel quadro Pac, la messa a riparo dei campi può contare soprattutto sul Complemento regionale per lo sviluppo rurale 2023-2027. Un documento che rende conto della strategia regionale per attuare 49 interventi previsti. Totale della dotazione finanziaria: circa 756 milioni di euro targati Ue. Già a fine febbraio l’assessorato regionale all’agricoltura ha messo in piedi un programma d’investimenti per l’irrigazione agricola e la bonifica dei suoi territori. Legato al Csr, la divisione dei fondi vede 21 milioni di euro per le risaie, 12 in conto capitale per migliorie infrastrutturali e altrettanti ai consorzi per rafforzare gli impianti irrigui esistenti e crearne di ulteriori. Inoltre, sono garantiti agli stessi consorzi altri 10 milioni di euro da investire in infrastrutture attente alla sostenibilità ambientale.