Trasporti, crisi idrica, ambiente e infrastrutture sono solo alcuni dei punti emersi dall’incontro di venerdì 14 aprile tra le studentesse e gli studenti del Liceo classico e linguistico Gioberti di Torino e il sindaco Stefano Lo Russo. Dal lungo corridoio affacciato sulla Mole si accede all’Aula Magna intitolata a Piero Gobetti, illustre ex allievo dello storico istituto di Via Sant’Ottavio. Qui i rappresentanti di tutte le classi hanno rivolto una serie di domande al primo cittadino per fare il punto su tematiche vicine alla loro esperienza del contesto urbano.
“È molto interessante che le istituzioni si confrontino con i giovani ma siccome un tema caldo è quello delle periferie, sarebbe utile instaurare un filo diretto con le scuole più distanti dal centro, per un dialogo più concreto anche attraverso le varie circoscrizioni”. Le rappresentanti d’istituto Amina Bellini e Beatrice Dell’Aquila commentano soddisfatte l’incontro con il sindaco, ma sottolineano anche il divario esistente tra le diverse scuole di Torino: “Io abito nei pressi di corso Racconigi, molti miei amici frequentano scuole che sono un mondo opposto al nostro e che non fanno rete come invece avviene tra i licei del centro” racconta Beatrice.
Trasporto pubblico, sfide e obiettivi
Parlando di centro e periferia, il primo punto da cui parte il confronto con il sindaco non può che riguardare il trasporto pubblico. “È pronto un nuovo piano di investimenti per il trasporto pubblico locale” esordisce Lo Russo, per poi tracciare la strada verso la riqualificazione delle linee torinesi che ad oggi ammonta a un totale di 52 milioni di chilometri annui. “Grazie ai fondi del Pnrr saranno acquistati 192 bus urbani, 70 elettrici e 122 a metano, oltre a 70 Tram”. L’obiettivo è quello di far sì che l’80% della linea venga gestita da mezzi nuovi ed ecologici entro la fine del 2025, incrementandone la frequenza anche grazie a innovazioni tecnologiche come il servizio a chiamata, che a breve dovrebbe partire in via sperimentale in alcune zone periferiche, per testarne l’efficacia contenendo i costi. La riorganizzazione della rete pubblica passa anche attraverso la costruzione della seconda linea della metropolitana (il cui costo complessivo sfiora i due miliardi di euro) e la sistemazione dell’impiantistica semaforica, da ottimizzare per dare precedenza ai mezzi pubblici così da renderli più appetibili rispetto alle automobili e ai mezzi privati. Per Lo Russo la sfida è lasciare invariato il costo dei biglietti, un obiettivo raggiungibile attraverso una lotta decisa contro l’evasione: previsto l’incremento dei controlli a bordo dei mezzi attraverso l’installazione di tornelli: “questo inevitabilmente rallenterà la salita dei viaggiatori, ma – chiosa il sindaco – è profondamente ingiusto continuare a pagare per chi sceglie di non farlo”.
Gli studenti lamentano malfunzionamenti e ritardi nel passaggio dei mezzi ma anche problematiche legate a specifici luoghi della città come Piazza Baldissera e le stazioni Dora e Fossata, hub strategici soprattutto per quanto riguarda i collegamenti con le periferie nord del capoluogo. “La stazione Fossata – Rebaudengo è un mio grande cruccio” ammette Lo Russo, che prova però a intravedere la luce in fondo al tunnel. Entro il 2024, infatti, dovrebbero terminare i lavori alla linea ferroviaria che collegherà Torino con l’aeroporto di Caselle, un progetto che prevede la riqualificazione e la valorizzazione dell’area intorno a corso Venezia, cruciale considerata anche la vicinanza alla tangenziale. L’idea è quella di rendere la stazione di Fossata uno snodo fondamentale nella nuova rete pubblica dell’area nord torinese: da qui transiteranno infatti non soltanto i nuovi treni per Caselle ma anche i convogli della Metro 2, “sul modello integrato e vincente di Porta Susa”. Questione Piazza Baldissera: la sistemazione dell’area prevede una soluzione da 2,5 milioni di euro di fondi PON, necessari alla sostituzione dell’attuale rotonda con un sistema semaforico completato da nuove bretelle stradali. “Spero di riuscire a tagliare io il nastro una volta terminata l’opera” afferma il sindaco: per completare i lavori, infatti, ci vorranno dai 24 ai 36 mesi.
A.A.A.: acqua, ambiente, ambienti
Dal rischio della siccità ai progetti sui parchi urbani, tante le domande arrivate dalla platea sul tema ambientale, a cominciare dal problema dell’acqua. In città “l’approvvigionamento idropotabile non è a rischio ma preoccupa la situazione delle aree di montagna, dove le acque sorgive sono più vulnerabili” ha commentato Lo Russo, che sulle crisi idriche rassicura “esiste già un piano d’emergenza”. Il primo cittadino si è espresso anche sulla questione degli invasi, riserve idriche fondamentali da utilizzare in caso di siccità: “negli Anni Duemila l’approccio degli invasi è stato fortemente criticato ma ora si sta cominciando a capire che anche in Piemonte l’acqua è un bene non scontato”.
Partendo dal tema della transizione ecologica e della gestione del traffico per ridurre lo smog, gli studenti incalzano il sindaco anche sul progetto di riqualificazione del parco del Meisino. “L’intervento avrà il compito di rendere il parco fruibile a tutti i cittadini, compresi disabili e utenze che al momento non riescono ad accedervi” ha detto Lo Russo. Tramite un investimento da 11,5 milioni di euro, l’obiettivo è la completa riqualificazione degli edifici presenti e la valorizzazione dell’area così da renderla adatta alla pratica sportiva. “Non abbiamo la presunzione di convincere tutti della bontà del nostro operato, ma secondo me è un buon progetto, che produce un incremento di alberi ed è a emissioni zero” ha dichiarato il sindaco. “È un parco urbano proprio come il Valentino: lì esiste una biodiversità artificiale e anche al Meisino bisogna considerare questo aspetto perché è impensabile poter contare su una biodiversità totalmente naturale come avviene, invece, nei parchi nazionali”.
Durante l’incontro, attraverso le domande degli studenti il sindaco ha toccato molti aspetti della vita cittadina, a partire dalla necessità di ridurre il consumo energetico attraverso riforme strutturali nel campo dell’edilizia, compresa quella scolastica. “La succursale del Gioberti in Vanchiglia è fatiscente” denuncia Amina Bellini, che evidenzia come la questione degli spazi sia caldissima perché “non solo ci mancano spazi fisici (come ad esempio un’aula magna), ma anche spazi per esprimerci, spazi creativi e di dialogo”. Infine la sicurezza, un tema che si interseca con la gestione del fenomeno migratorio e l’amministrazione delle periferie. “Torino sta lavorando per gestire al meglio i flussi di persone e la presenza dei senza fissa dimora: la strategia è svuotare gradualmente i grossi centri ad alto impatto urbano e valorizzando centri distribuiti in più parti della città, fornendo prossimità alle soluzioni di sostegno grazie all’impegno dei tanti volontari”. E sul fenomeno delle baby gang il sindaco afferma: “non serve repressione ma prevenzione, dobbiamo fornire ai ragazzi cose da fare che siano positive”.
Uno sguardo al futuro: dalle Olimpiadi al city brand
Dalla soddisfazione per il boom di turisti nel periodo di Pasqua alla grinta nel rispondere alla domanda sulle Olimpiadi: “è durissima ma abbiamo lavorato tanto e speriamo di farcela” dichiara Lo Russo, che lunedì sarà a Milano insieme al presidente regionale Alberto Cirio per presentare il dossier dell’Oval. “La partita è ancora aperta perché disponiamo della soluzione migliore, più efficace, più sicura e di maggior qualità”.
“I fondi del Pnrr offrono a Torino un’opportunità enorme di ripensarsi e rinnovarsi per diventare una città europea moderna”. Da poco ha infatti preso il via una fase di definizione del city brand, un’immagine coordinata che identifichi a livello internazionale la città attraverso il dialogo con stakeholders e cittadini. L’idea è valorizzare gli asset principali torinesi: come sottolinea il sindaco “non si tratta solo di manifattura e automotive, ma anche i settori dell’argoalimentare e della finanza”. Sullo sfondo, l’obiettivo di rendere Torino un polo universitario sempre più attrattivo: facendo leva sul minor costo degli immobili e lavorando di concerto su un sistema di accoglienza studentesca e sul miglioramento della vita notturna. Infine il centro, “biglietto da visita di ogni città insieme all’aeroporto e alla stazione”: secondo Lo Russo “c’è bisogno di un’iniezione di riqualificazione importante, come nel caso del progetto di pedonalizzazione di via Roma”.
L’idea di invitare il sindaco al Gioberti per un confronto con gli studenti nasce dopo un primo incontro in occasione della fiera di slowfood Terramadre. “Peccato abbiano partecipato solo i rappresentanti di classe” commentano Amina e Beatrice. “Ciascuno di noi ha raccolto le domande dei propri compagni di classe, sarebbe bello se momenti come questi fossero aperte a tutta la comunità scolastica anche se sappiamo che è difficilissimo vista la carenza di spazi adeguati”. Una speranza per il futuro: “incontrare il sindaco di persona e sentirlo chiamarci per nome ci ha fatto capire che le istituzioni sono realmente vicine alla cittadinanza e, pertanto, abbiamo tutto il diritto confrontarci con loro. Speriamo che questo sia solo il primo passo verso una sempre maggiore partecipazione collettiva del nostro liceo”.
Edilizia popolare, sgombero tra le polemiche
Dopo l’incontro al Gioberti, nella serata di venerdì, le forze dell’ordine hanno messo in atto lo sgombero di otto famiglie rom che da tre anni occupavano illegalmente tre alloggi popolari nell’area di Mirafiori Nord, un’operazione che ha destato non poche polemiche visto il coinvolgimento di trenta bambini. “Io sto dalla parte della legalità coniugata con la legalità” ha dichiarato Lo Russo in un’intervista al Corriere della Sera: “per mesi è stata offerta a queste famiglie una sistemazione alternativa legale, ma alcune hanno sempre rifiutato”. La priorità, spiega il sindaco, è la tutela del territorio: “in quelle case popolari la situazione era ormai tale da mettere a rischio la tenuta sociale dell’intero quartiere”, e non intervenire avrebbe finito per legittimare “la prepotenza di chi occupa abusivamente e minaccia gli altri alimentando l’intolleranza di cui si nutre certa politica”.
Un tema, quello dell’edilizia popolare, di cui il sindaco ha parlato anche con gli studenti del Gioberti, sottolineando la necessità di disporre di fondi pubblici adeguati per la manutenzione e il raggiungimento dei parametri normativi minimi previsti dall’Agenzia territoriale della casa per procedere con le nuove assegnazioni: “sono necessarie risorse pubbliche ingenti dal momento che i canoni di locazione non bastano da soli a coprire tutti i costi”.