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Uno zainetto fiscale per famiglie e lavoro domestico

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Uno “zainetto” fiscale a sostegno dei genitori nel mercato del lavoro. Dentro ci dovrebbe essere l’aggancio all’impegno lavorativo o formativo e non più all’Isee, ampliando il bonus per l’infanzia al pagamento per i servizi di assistenza domiciliare, fino al dodicesimo anno dei figli. È questa la proposta dello studio “Il potenziale del lavoro domestico. Proposte di intervento” del Centro Einaudi di Torino.

Un piano lanciato dal centro studi insieme a Nuova Collaborazione che punta a dare respiro alle donne nella cura alla famiglia e per garantire un ancoraggio all’occupazione. Anche perché dai numeri il 53% delle donne italiane tra i 20 e i 64 anni non è nel mercato del lavoro per questi motivi. Fenomeno che vede nel Mezzogiorno un 25% di inattività contro il 15% del Nord Italia e il 13% del Centro.

Situazione che si lega anche al lavoro domestico in un’Italia sempre più anziana e che deve fare i conti con persone disabili con potenziali necessità di aiuto. In Piemonte sono oltre 68mila i lavoratori domestici, di cui il 90,7% sono donne e il 68,3% stranieri. Davanti ai numeri “emersi” e registrati dall’Inps – per gli studiosi, per ogni emerso ce n’è uno in nero -, la regione rappresenta circa l’8,4% della categoria distribuita in tutta Italia dove nel 2022 si contavano 894mila lavoratori totali (distribuiti tra 429mila badanti e 465mila colf).

La proposta dello zainetto fiscale ha raccolto il consenso di tanti. Anche della sociologa Chiara Saraceno che però avverte: “Attenzione a utilizzare prevalentemente la leva fiscale perché presenta problemi di iniquità vista l’incapienza dei redditi. Questo tipo di detrazione sarebbe possibile solo con un reddito capiente, ecco perché non possono mancare i servizi, sennò finisce come con il bonus asilo”.

Sul fronte dei lavoratori domestici, il primo a sbilanciarsi è Alfredo Savia, presidente di Nuova Collaborazione: “La mancanza di politiche di welfare strutturate in Italia li ha resi sempre più indispensabili per le famiglie. Mancano sostegno effettivo e agevolazioni fiscali per il lavoro di cura. Da tempo come associazione chiediamo che il governo consideri la deducibilità totale del costo del lavoro domestico per tutte le famiglie che assumono regolarmente un assistente familiare”.