La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Università, istituzioni e imprese hanno in mano il futuro dell’automotive torinese

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Torino e il Piemonte potrebbero diventare nuovamente leader in Italia nel settore automobilistico, riacquistando un ruolo di eccellenza tradizionalmente portatore di grande ricchezza, economica ma anche culturale, sociale e umana. Per farlo, il territorio e le sue parti sociali, in concerto con le istituzioni, hanno bisogno di massimizzare l’efficienza e l’efficacia con cui traggono profitto dall’immensa mole di risorse di cui dispongono. Per questo oggi, 28 aprile, il Comune di Torino ha voluto ascoltare, nel corso della seduta straordinaria del Consiglio Comunale su “Sostegno e salvaguardia del settore dell’automotive, prospettive di innovazione e previsioni per l’occupazione”, le istanze dei rappresentanti del settore nell’area per poter iniziare da subito a sostenere nuove iniziative per il sostegno all’innovazione. Il comparto, infatti, vive da due decenni in condizioni di grande crisi, che la pandemia ha accentuato incrementando le situazioni di disagio di imprese e famiglie. La parola chiave del prossimo futuro? Integrazione.

Potenziale elemento di forza della strategia piemontese e italiana di rilancio del settore automotive è rappresentato da Stellantis, gruppo nato a gennaio dalla fusione di Fca e Psa. Nel corso della seduta, Davide Mele, Deputy Chief Operating Officer for Enlarged Europe di Stellantis, ha dichiarato che, in un contesto e in un tempo difficili come quelli dominati dalla pandemia da Covid-19, «la reazione prima di Fca e poi di Stellantis è stata aggressiva e proattiva. Abbiamo puntato sulle persone: l’anno scorso la tutela e la sicurezza della salute sono state il cardine della ripresa produttiva. Inoltre abbiamo continuato a focalizzare i nostri interventi sulle sinergie. Ci stiamo focalizzando sulla condivisione di best practice a tutti i livelli, e vogliamo fornire un’offerta sicura, innovativa, sostenibile per ambiente e accessibile per il cliente». Torino è al centro di questa trasformazione: «Vogliamo consolidare per la città il suo ruolo guida nella mobilità elettrica. La Fiat 500 elettrica è stata progettata e realizzata tutta in questo polo. Le attività di sostenibilità sono legate al sistema dell’elettrificazione. Sempre nel polo di Mirafiori è stata avviata la prima fase di Veichle-to-Grid, con l’obiettivo di far interagire in modo bidirezionale i veicoli e la rete elettrica, per offrire grazie alle batterie un servizio di stabilizzazione per la rete. Stellantis ha investito in formazione e in collaborazione con le università e con le amministrazioni comunali, avviando la sperimentazione in ambito cittadino e integrando la mobilità elettrica con la gestione delle strutture a Ztl. Torino è la prima città al mondo in grado di dialogare con la mobilità elettrica e urbana. Il cammino di sostenibilità esige cooperazione, per dimensionare la flessibilità e per creare le condizioni di competitività per il futuro».

Ed è proprio la cooperazione tra il mondo dell’impresa e quello della ricerca uno dei pilastri fondamentali del rilancio della città, un lavoro sinergico volto ad incrementare l’attrattività del territorio piemontese e metropolitano per le aziende che vogliono investire nel comparto automobilistico e industriale in generale. «Il mondo universitario sta cambiando profondamente, sposando l’ottica dell’impatto sociale come primo obiettivo – ha affermato il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco – . Continuare a formare ingegneri e architetti che finiscono a lavorare per multinazionali non radicate nel territorio è insufficiente. L’università, da chiusa in sé stessa, passa a co-progettare formazione, ricerca e innovazione per riuscire a incidere, per cercare di portare a crescere la comunità. Può diventare veicolo di soldi pubblici spesi in modo etico. Nell’ambito dell’auto, noi da sei trienni rinnoviamo accordo con Fca per formazione, ricerca e servizi di innovazione, per radicare ancora di più a Torino il gruppo Stellantis, qualcosa di molto difficile a causa della crescente internazionalità dell’azienda». Il Politecnico ha avviato percorsi di laurea dedicati, elaborati assieme ai diversi stakeholder del settore. «Il fatto che si collabori direttamente con le imprese può essere un fattore di attrazione. Non possiamo concentrarci solo su ciò in cui siamo forti a prescindere, perché le aziende possono contare su quel tipo di competenze in altri paesi» ha concluso Saracco. Lo scorso anno, il decreto Rilancio ha stanziato un finanziamento di 20 milioni di euro per la realizzazione a Torino del “Centro nazionale per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel campo della mobilità e dell’Automotive”. Si tratta del Manufactoring Technology & Competence Center nato dall’accordo firmato a marzo 2019 da Politecnico, Università di Torino, Città di Torino e Camera di Commercio, che sorgerà negli spazi industriali di Torino Nuova Economia.

«L’automotive è stato il passato, presente e dovrà essere in futuro il pilastro tecnologico della nostra città – ha dichiarato in conclusione della seduta la sindaca di Torino, Chiara Appendino – Dobbiamo renderci conto del fatto che la filiera ha affrontato grandissimi cambiamenti. Penso alla transizione ecologica che sta avvenendo in modo significativo, alla mobilità che sta cambiando, e alla rivoluzione tecnologica. Da questo punto di vista l’amministrazione ha cercato di favorire le condizioni per affrontare la trasformazione in atto. Abbiamo il dovere di rendere il territorio attrattivo per questa trasformazione. Disponiamo di tutto l’ecosistema necessario per essere al centro della rivoluzione dell’auto. Tutelare l’insieme di risorse materiali che abbiamo è un dovere morale».