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Universiadi, D’Elicio (Cus): “Entro il 2025 a Torino 30mila universitari in più”

Un viaggio di quattro anni verso le Universiadi 2025. Torino e altri centri piemontesi si preparano ad ospitare la ventitreesima edizione della manifestazione sportiva di cui la città è stata teatro nella prima edizione datata 1959, e poi nel 1970 e nel 2007. L’aggiudicazione dei giochi universitari è stata ufficializzata sabato 15 maggio, nell’aula magna dell’Università degli studi di Torino, festeggiata da tutti gli enti che hanno lavorato alla candidatura. Un percorso lungo e difficile, culminato con il risultato sperato, che potrebbe accentuare ulteriormente la centralità di Torino nel panorama universitario italiano. Frutto di atenei – UniTo e il Politecnico – che negli anni hanno lavorato per migliorare la qualità dell’offerta e nello stesso tempo hanno dovuto adeguarsi all’incedere della pandemia negli ultimi 14 mesi.

“Il sogno – ha detto Riccardo D’Elicio, presidente del Cus Torino – è passare da 110mila a 140mila iscritti negli atenei torinesi. Proveremo a raggiungere l’obiettivo in questi quattro anni, ma dovremo essere attrezzati come residenze e servizi aggiunti. A Torino si è creata una bella squadra: ci crediamo. Nella nostra idea, lo studente che arriva a Torino deve essere trattato al meglio, rispondendo alle sue esigenze di vivere la città e di formarsi. In questi anni potremo organizzare convention studentesche in città per far comprendere tutto ciò che si può trovare a Torino”.


Il percorso che porterà alle Universiadi passerà anche da una serie di appuntamenti dedicati alla manifestazione sportiva e alla realizzazione delle strutture. Dal Governo arriveranno le risorse economiche: 85 milioni di euro per la realizzazione dei villaggi per gli atleti, e 28 dei 40 milioni che serviranno per eventi, progetti e manifestazioni nel corso dei quattro anni. “Abbiamo la consapevolezza di poter aiutare il sistema della città universitaria – sottolinea D’Elicio -, cercando di rilanciarlo nel mondo. Contestualmente, vogliamo rilanciare il sistema di ricerca e innovazione nei nostri atenei, a partire dalle eccellenze che ci sono. Vogliamo creare rapporti fra le nostre università e le realtà internazionali, creando un’integrazione dei sistemi. Abbiamo già lavorato sui progetti, grazie agli studi tecnici delle università e all’aiuto dei comuni, e ne abbiamo presentato uno quasi esecutivo al Ministero”. Quanto alle preoccupazioni che le Universiadi portino a nuove cattedrali nel deserto, D’Elicio replica che non sarà possibile: “Quello che qualcuno non ha ancora capito è che l’Universiade è legata all’obiettivo finale di lasciare 1400 posti letto a Torino e 400 a Novara, perché si parla di un piano che abbraccia tutto il territorio. Il nostro è un progetto molto serio, dove ci sono i conti reali di quello che serve per farlo bene. Non sono soldi sprecati: puntiamo al rilancio degli atenei”.

Anche Bardonecchia sarà parte integrante delle Universiadi, insieme con Pragelato, Torre Pellice e Pinerolo. Nel comune dell’alta Val di Susa si disputeranno le gare di sci alpino, snowboard e freestyle. “Questo evento consolida l’immagine di Bardonecchia come località ospitale verso il mondo universitario”, dice Francesco Avato, sindaco di Bardonecchia, che assieme all’amministrazione comunale ha contribuito al completamento del dossier della manifestazione. “Da sempre – continua Avato – la nostra città ha un bel rapporto con il mondo universitario: dagli anni Novanta collaboriamo con Cus e Fisu (Federazione internazionale sport universitari, ndr) per aiutare gli studenti e farli sciare a tariffe ridotte”. Gli atleti alloggeranno al villaggio olimpico, struttura costruita in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006 e in grado di ospitare fino a mille persone.

Nel progetto Universiadi sarà centrale il ruolo degli atenei torinesi: “L’obiettivo è contribuire alla trasformazione di Torino in un polo universitario – dice Alberto Rainoldi, vicerettore dell’Università di Torino con le delega a Welfare, Sostenibilità e Sport -. L’università agirà come punto di incontro di culture differenti e nazioni diverse. Avremo quattro anni per organizzare le attività. Insieme con il sottosegretario Valentina Vezzali e l’assessore regionale Fabrizio Ricca abbiamo avuto un incontro in cui si è scelto di agire sviluppando la cultura del benessere e di fare da leva per il turismo a Torino. Lavoreremo a un programma culturale che vedrà partecipi tutte le realtà universitarie”. Benessere, turismo ma anche e soprattutto infrastrutture: “Università e Politecnico sono stati ferrei nello stabilire le condizioni per cui il finanziamento si trasformi in realtà materiali, quindi in posti letto per gli studenti. L’investimento di Unito sarà sulle risorse di personale che si occuperanno di organizzare le attività preparative e quelle durante la manifestazione”.