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Una settimana di birra artigianale per fare cultura e bere informati

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Nella terra dei vigneti e delle cantine, una settimana della birra artigianale può sembrare un rischio. E tuttavia, qualcuno è disposto a correrlo. A Torino è Edit, fresco di nuova apertura al pubblico. Da ieri 12 marzo a domenica 18, cinque giorni per degustare sapori, odori e colori di birre artigianali del mondo: la partita è iniziata giocando in casa, con la presentazione della nuova Stout prodotta proprio dai mastri birrai di Edit. Si prosegue con le belghe più tradizionali dalle botti della Brasserie de la Senne, del “collettivo” Verzet e di Van de Bossch, poi con le sottovalutate birre in lattina, le pils servite nel classico boccale di ceramica direttamente dal “tank” di Edit e infine domenica 18 con le birre da divano.

“Mastro birraio non mi piace” ride Loris Mattia Landi, Brew Tender Guy di Edit insieme a Marco Cerino e Davide Bereny “preferisco semplicemente birraio”. Dopo gli studi, Landi ha cominciato a lavorare in proprio, arrivando in via Cigna cinque mesi fa con la apertura di Edit. Prima era l’amico che tutti vorrebbero avere: “spillavo birra in casa, poi la vendevamo a prezzi popolari in un circolo Arci. Lavorare a Edit è diverso da come te l’aspetti: non ho il mio laboratorio, il mio spazio – racconta – tutti vedono quello che faccio mentre lavoro, perdere l’intimità con la birra che creo è il lato negativo di questo mestiere”. Produrre birra non è il lavoro semplice che qualcuno potrebbe immaginare: dietro ci sono studi e analisi, sia chimici che di settore. “Cerco di creare la birra che piace a me” spiega Landi “È il lato positivo del mestiere: prendere sapori o idee da quello che bevo e rielaborarli in un’idea originale da proporre al cliente”. Così è nata per esempio la stout presentata lunedì 12: una birra scura che si ispira alle irlandesi, ma molto “beverina”. Ogni birra ha un modo diverso di essere spillata: in base alla posizione della pompa o all’inclinazione del bicchiere può contenere più o meno CO2 e risultare quindi più o meno “forte” o pesante da digerire. Oltre agli studi chimici, ci sono anche quelli sul territorio: Roma ha i suoi gusti, diversi da quelli di Torino che virano più sul dolce – forse anche per la tradizione cioccolatiera della città. “Milano invece è più open minded, aperta alla scoperta. E questo è divertente anche perché ai birrai piace il food pairing, cioè l’abbinamento del cibo giusto con la giusta birra”.

La settimana della birra artigianale è un evento nazionale che ha lo scopo di “fare cultura della birra. Per esempio martedì 13 – il giorno delle belghe – non ci limitiamo solo a farle degustare” spiega ancora Landi “Invece vogliamo spiegare la cultura del Belgio per la birra, la loro passione e la loro secolare esperienza”. Mercoledì l’obiettivo è sfatare il mito della birra in lattina come prodotto di serie B: in collaborazione con Mr B Brewery, birricificio del mantovano, talk e degustazione sul perché la lattina può essere il contenitore del futuro e non il classico prodotto “da supermercato”. Birre da meditazione, più complesse, quelle “da divano” di domenica alle 17.

Tutte le informazioni sul sito https://editbirrificio.dinesuperb.com/reserve/experience o sull’evento facebook.

 

MARTINA PAGANI