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Troppi medici a gettone in Piemonte

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Troppi medici a gettone nella sanità pubblica piemontese. L’allarme è stato lanciato dalla Corte dei Conti, che ha denunciato i problemi della sanità piemontese martedì 28 febbraio in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario 2023. “Negli ultimi anni in diverse aziende sanitarie regionali tali rapporti pubblico professionali si sono quasi decuplicati” ha detto Maria Teresa Polito, presidente della Sezione regionale di controllo. La questione dei medici “gettonisti” emerge da una serie di controlli effettuati sui bilanci consuntivi di tutte le aziende sanitarie piemontesi nel corso del 2021.

“Abbiamo avuto modo – ha proseguito Polito – di sottolineare l’abbandono dalle strutture pubbliche da parte dei medici e la conseguente grave situazione che accentua i costi del servizio sanitario e non assicura quella continuità assistenziale per un servizio salute adeguato”. Per la giudice contabile, il nodo è l’assenza di programmazione: “La problematica più rilevante è quella della carenza del personale sanitario, in cui, ancora una volta, l’assenza adeguata di programmazione e della valutazione degli esiti delle scelte effettuate anni addietro (numero chiuso a medicina, numeri limitati nei bandi per le scuole di specializzazione, gestione restrittiva dei piani di rientro in diverse regioni con elevati disavanzi finanziari) hanno prodotto l’assenza di bilanciamento fra domanda sanitaria ed offerta di medici per soddisfarla.”

Il presidente della regione Cirio, presente all’inaugurazione ha riconosciuto il problema e ha chiarito che la Regione se ne sta occupando. In un’altra occasione, Cirio aveva già affrontato infatti il tema: “Oggettivamente – aveva detto – per garantire certi servizi non ci sono medici. Per necessità dobbiamo ricorrere ai medici a gettone, sappiamo che è oneroso ma è anche doveroso. È vero anche che si rischia di non garantire continuità, per questo motivo la Corte dei conti del Piemonte ha segnalato al ministero i problemi relativi  ai criteri di assegnazione nelle specializzazioni che hanno visto penalizzare le regioni come la nostra e speriamo che intervengano con una soluzione risolutiva.”