“Dopo due anni dall’inizio della pandemia ancora lavoriamo su come affrontare l’emergenza. Nel senso che mancano regole specifiche sull’esecuzione dei controlli”. Lo afferma Domenico D’Ercole, della Segreteria Nazionale Cgil Trasporti, nel giorno in cui diventa obbligatorio possedere il Green Pass rafforzato (quello che si ottiene solo col vaccino) per accedere ai mezzi pubblici a breve e lunga percorrenza. Esentati dall’obbligo restano solo gli alunni delle scuole superiori che usufruiscono del trasporto scolastico dedicato. Di fatto, però, una vera e propria forma di controllo efficace, all’ingresso di autobus e tram, ancora non c’è: “Io stesso sono un fruitore dei mezzi pubblici, ma non è mai capitato di dover esibire il certificato verde per salire sui mezzi, né prima né dopo l’entrata in vigore delle nuove misure. Nel caso di viaggi in treno e areo si potrebbe chiedere di esibire il Green Pass al momento dell’acquisto del biglietto. Ma fare dei controllo a tappeto anche su autobus e tram di linea è molto difficile”.
Le testimonianze di disagio non mancano da parte di chi, ogni mattina, si reca in stazione per andare a scuola o a lavoro: “Per quello che mi riguarda cambia solo che mi metto la FFP2. Ma controlli non ne vedo”, racconta a Futura News Davide, studente di un istituto tecnico superiore, fuori dalla stazione di Porta Susa. “Il Green Pass me lo hanno chiesto nella tratta da Santhià a Biella. Ma sulle tratte principale come Torino-Milano invece no. Non chiedono il Green Pass e nemmeno il biglietto”, testimonia invece Francesca, pendolare, che ogni mattina prende il treno da Milano per andare in università.
Nella situazione così descritta, il rispetto delle norme in vigore è totalmente rimandato alla responsabilità individuale: “La cosa che mi ha dato più fastidio è vedere persone che non rispettavano neanche l’obbligo della mascherina. I controlli a volte sono superficiali”, lamenta Vincenzo, anche lui studente universitario arrivato da Reggio Calabria con l’aereo. Restano una costante quindi anche i rischi connessi con l’uso dei mezzi, sia per i viaggiatori che per il personale viaggiante: “Ad oggi è impossibile fare una stima precisa, ma abbiamo numeri importanti per quanto riguarda i positivi tra i lavoratori dei trasporti – afferma ancora D’Ercole – io stesso al momento mi trovo in fila dietro a 150 macchine per un tampone, perché mio figlio purtroppo è risultato positivo”.