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Torino Student Housing: il capoluogo piemontese affronta la crisi degli affitti con un progetto di studentato diffuso

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Non tutte le città dove ci sono università si possono dire città universitarie e Torino vuole esserlo.

Dai primi anni duemila la popolazione universitaria del capoluogo piemontese ha iniziato ad aumentare ospitando studenti da ogni parte d’Italia e chiedendo alla città uno sforzo di accoglienza. Attualmente il 23,9% degli studenti iscritti all’Università di Torino arriva da altre regioni italiane, il 6,3% dal resto del mondo; di quelli del Politecnico invece il 43% degli studenti è residente fuori Piemonte, mentre il 19% ha la cittadinanza estera. Considerando i dati dei due grandi atenei, ci sarebbero circa 44.020 studenti, fuori sede o stranieri, alla potenziale ricerca di un posto letto. Ricerca che, però, può richiedere mesi in balia degli annunci pubblicati da privati, di criteri di selezione basati su genere, età o corso di studi, scoraggiando i giovani fino ad una rinuncia. Una città che vuole coltivare la sua vocazione non se lo può permettere.

Il progetto

Nasce, per far fronte a questo problema, Torino Student Housing, il progetto di residenzialità studentesca promosso dall’Università e dal Politecnico di Torino con l’obiettivo di soddisfare la domanda dei fuorisede. Secondo il rapporto “Torino da fuori. Studiare, abitare e vivere la città da fuorisede”, pubblicato dal Politecnico di Torino, gli studenti provenienti da fuori regione o dall’estero prediligono sistemazioni in appartamenti in affitto rispetto a residenze e convitti. Ad oggi sul territorio cittadino, secondo stime dell’Associazione Piccoli Proprietari Immobiliari, si contano circa 50.000 appartamenti sfitti che potrebbero essere messi a disposizione degli studenti. L’idea di Torino Student Housing è quella di recuperare questi alloggi, inutilizzati perché inadatti e da ristrutturare, coinvolgendo stakeholder diversi, dai proprietari di casa alle imprese di ristrutturazione, passando per le banche. Lo scopo è quello di guidare i cittadini nella scelta di diventare affittuari e aiutarli nelle fasi successive, per facilitare la vita agli studenti aumentando l’attrattiva dell’ateneo.

Si tratta di un “servizio alla città”, come sintetizza l’assessore al Welfare del Comune di Torino, Jacopo Rosatelli. “Abbiamo una differenza molto alta tra gli studenti che tra febbraio e marzo si pre iscrivono, manifestano un interesse per venire a studiare da noi, e poi quelli che a Ottobre si iscrivono definitivamente” dichiara il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, “parliamo di una perdita di più del 50%. In molti casi decidono di non venire a studiare da noi perché hanno difficoltà a trovare un alloggio’’. Il progetto di studentato diffuso interviene proprio per tamponare queste perdite considerevoli e sfruttare interamente le potenzialità di accoglienza della città.

Il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna spiega l’importanza del progetto Torino Social Housing

Torino Student Housing prevede la definizione di standard da adottare e linee guida da seguire che verranno poi osservate in un cantiere pilota di sperimentazione. La creazione di uno standard di servizio è fondamentale per facilitare la vita degli studenti, proponendo uno stile riconoscibile, a misura di giovane, e con l’impiego di materiali di qualità. In un secondo momento diventerà attiva una piattaforma attraverso cui i cittadini potranno mettere a disposizione i propri immobili ed entrare nel vivo del progetto. I vantaggi sono vari e redistribuiti: i proprietari degli immobili vedono rivalutati i propri beni grazie alla ristrutturazione le cui spese sono coperte dalla messa a reddito dell’immobile; gli studenti sono facilitati nella ricerca e tutelati contrattualmente; le banche hanno la possibilità di erogare finanziamenti standardizzati; la città aumenta la sua attrattiva, determinati quartieri possono essere bonificati, e l’impatto sulle attività commerciali può essere significativo.

Le aspettative

Dal punto di vista economico le aspettative sono molto alte. Come riferito da Paolo Biancone, professore di economia aziendale di Unito e ideatore del progetto, a dimostrare interesse sono state le principali banche del territorio, l’Api, associazione proprietari casa, la Camera di Commercio, gli ordini professionali e le centrali cooperative. Grazie a questa fitta collaborazione, particolare attenzione viene riservata anche all’aspetto ecosostenibile del progetto, promuovendo un’economia circolare e l’arredamento Second Hand. Entrando nella logica dell’economia circolare, la ristrutturazione di appartamenti obsoleti garantisce un miglioramento dei consumi energetici permettendo una svolta green ai quartieri interessati. Non è trascurabile in questo senso, l’impatto sociale sulla tessuto cittadino. Molti quartieri, specialmente quelli più legati alle sedi universitarie, possono giovare della spinta innovativa del progetto. L’attrazione, soprattutto di un largo numero di studenti internazionali, porta all’aumento dei consumi. Gli studenti stessi diventano protagonisti dei quartieri, creando dei veri e propri centri di aggregazione, e usufruendo dei servizi di ogni livello.

Come dichiara il rettore Geuna: ‘‘Incontrare questi nuovi bisogni è oggi una priorità inderogabile per gli Atenei, che stanno lavorando in questa direzione, ma anche per tutto il territorio, perché studentesse e studenti formati ed in empatia con la città sono il capitale fondamentale sul quale costruire il futuro di Torino”. La previsione è quella di mettere a disposizione circa 10mila appartamenti nell’arco dei prossimi cinque anni. Parallelamente, per il 2025 a Torino saranno disponibili 1.700 nuovi posti letto grazie al IV bando della l. 338/00 e ai fondi del Next Generation EU e delle Universiadi 2025. Come le Olimpiadi invernali del 2006 avevano trasformato la realtà urbana spingendo anche verso lo status di città universitaria, si punta sulle Universiadi, i XXXII Giochi Mondiali Universitari Invernali in programma dal 13 al 23 gennaio 2025, per la promozione del capoluogo piemontese. Si prevede l’arrivo di oltre 3.000 atleti da ogni parte del mondo, motivo per cui, dal punto di vista dell’accoglienza, i preparativi sono già iniziati.