Un corridoio verde stretto tra le mura di quello che un tempo era il poligono di tiro della città di Torino e che, all’indomani dell’armistizio siglato l’8 settembre 1943, divenne teatro di atroci violenze perpetrate dalle brigate della Repubblica Sociale Italiana ai danni degli oppositori.
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Il Sacrario del Martinetto sorge nel luogo esatto in cui cinquantanove partigiani persero la vita per mano della ceca follia nazifascista. Tra loro, otto componenti del Comitato militare piemontese del Cln: Giuseppe Perotti, Franco Balbis, Eusebio Giambone, Paolo Braccini, Enrico Giachino, Giulio Biglieri, Massimo Montano, Quinto Bevilacqua, fucilati il 5 aprile 1944.
Da quel giorno, il Sacrario del Martinetto è diventato il luogo simbolo della Resistenza torinese, è stato riconosciuto sito di interesse nazionale e ogni 5 aprile ospita una commemorazione civica per ricordare la strage. Quest’anno l’evento, aperto a tutta la popolazione, ha visto la partecipazione di autorità e associazioni cittadine e del Liceo Botta di Ivrea, per rafforzare il legame tra i luoghi della memoria e i giovani.
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