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Torino è per l’ambiente ma bisogna educare i torinesi

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Non dobbiamo superare il limite di 1,5 gradi centigradi entro fine secolo. Si sa, almeno formalmente. Catastrofismi a parte, bisogna agire: ma come? “Serve svegliare le menti dei cittadini” comincia così Chiara Foglietta, assessora alla transizione ecologica e digitale, alla presentazione del festival Un grado e mezzo. “Da un anno e mezzo ricevo quotidianamente mail di persone che non comprendono alcune scelte della città, come le pedonalizzazioni, l’abbassamento dei limiti di velocità, la rimozione dell’asfalto dalle strade. Il festival spero sia un modo per svegliare coscienze sopite o negazioniste”, dice Foglietta.

E dunque un weekend lungo, dal 26 al 28 maggio, per parlare di ambiente a cittadini e istituzioni, di tutte le età. Dopo aver superato la prova lo scorso anno, via libera per la prima edizione di questo festival. Eventi per adulti, con anche grandi nomi come quello di Luca Mercalli, e per bambini, distribuiti nella città su sei sedi (Orti Generali, Mausoleo Bella Rosin, Casa del Parco, Museo A come Ambiente, Cascina Roccafranca, Spazio Wow). Conferenze, talk, spettacoli serali, tutto a ingresso libero. Perché l’obiettivo è arrivare a quante più persone possibile.

Una città da (ri)educare

“Ai cittadini dobbiamo diffondere preoccupazione, non ansia” ribadisce l’assessore al verde pubblico Francesco Tresso. E conferma lo scenario descritto da Foglietta: “In corso Belgio sostituiamo le alberate con altre specie arboree con meno esigenze idriche, ma c’è un forte allarmismo tra i cittadini. I progetti che facciamo devono essere ben spiegati, perché ogni intervento va nella direzione di una città più ecologica”. Al momento, l’educazione culturale al rispetto dell’ambiente sembra essere l’ostacolo più difficile, confermano entrambi gli assessori.

Il festival, spiega Elisa Palazzi, climatologa e curatrice del progetto, ha proprio questo obiettivo. Chiedere alla comunità scientifica di spiegare (bene) cosa ognuno può fare. “Non stiamo affrontando questo problema da soli – dice Palazzi – siamo una comunità che si informa e agisce insieme”. Della stessa linea anche Luca Rolandi, presidente della Circoscrizione 2 (dove avranno luogo alcuni eventi del festival), convinto che fare divulgazione sul tema sia “l’unico modo per non rimanere fermi agli slogan”.