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Nuovo protocollo anti-bullismo, Avezzù: “L’emergenza si è spostata dalle scuole alle strade”

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Nei giorni in cui i fatti di molestie sessuali compiute in piazza Duomo a Milano riempiono le cronache dei giornali, la città di Torino ha firmato martedì 11 gennaio un nuovo Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, allo scopo di aiutare i soggetti fragili a rinforzare le difese personali e a creare percorsi per il recupero dell’autostima. “Il fenomeno del bullismo è collegato per lo più con le scuole e i luoghi di ritrovo, ma con la pandemia si è spostato nelle strade. Più che vere baby gang istituzionalizzate, sono gruppi che si formano di volta in volta, ma più o meno con gli stessi protagonisti – ha dichiarato Emma Avezzù, procuratrice per i minori di Piemonte e Valle d’Aosta – anche gli autori sono spesso ragazzi altrettanto insicuri, che cercano forza nel gruppo e in riferimenti devianti. L’offerta di uno spazio d’incontro, di dialogo tra autore e vittima, e di educazione alla legalità deve trovare il proprio spazio in fase di prevenzione”. Tra i firmatari del protocollo, oltre a Procura per i minori e Comune di Torino, ci sono l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, Asl, Università di Torino, l’Ordine degli Psicologi e le Associazioni del Terzo Settore.

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I firmatari del protocollo insieme ad Emma Avezzù (al centro), procuratrice per i minori di Piemonte e Valle d’Aosta .

L’accordo prevede la costituzione di una cabina di regia con il compito di effettuare un monitoraggio periodico nella gestione dei singoli casi di bullismo su tutto il territorio della Città di Torino. Fondamentale sarà il coordinamento dei progetti operanti all’interno delle scuole di ogni ordine e grado per avviare una ‘co-progettazione’ mirata che sappia rispondere, in modo organico, al fenomeno sociale. In primis, la figura del docente referente per i casi di cyberbullismo, introdotta con la legge 71 del 29 maggio 2017. Ma secondo l’ultimo monitoraggio sul Piemonte diffuso dalla Piattaforma Elisa, progetto nato in seno a una collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione e l’Università di Firenze, solo il solo il 14% di degli studenti in Piemonte dichiara di conoscere il docente nominato come referente nella propria scuola. “Il bullismo e il cyberbullismo rappresentano un fenomeno complesso che ferisce e lascia cicatrici nella vita dei più giovani a cui questo Protocollo offre risposte altrettanto articolate”, ha sottolineato a margine della conferenza stampa di presentazione del protocollo Michela Favaro, vice sindaca della città di Torino con delega alla Legalità.

Bullismo in Piemonte: i dati della Piattaforma Elisa sulle misure di prevenzione

Un dato che emerge dall’ultimo monitoraggio sul Piemonte diffuso dalla Piattaforma Elisa, e che testimonia come la firma del protocollo di ieri venga incontro alla necessità di aumentare le misure di prevenzione al fenomeno nelle scuole (e fuori), riguarda gli alunni: secondo le rilevazioni della piattaforma, il 56% degli studenti e delle studentesse afferma che la sua scuola non ha mai organizzato incontri di sensibilizzazione sui temi del bullismo e del cyberbullismo rivolti agli alunni dalla settembre 2020 a dicembre 2021. E ancora meno sono quelli che menzionano incontri rivolti ai genitori (l’86%)

L’altro dato rilevante investe il corpo docente: sempre in base alla rilevazione solo il 7,9% degli insegnanti dichiara di conoscere in maniera approfondita Linee di Orientamento 2021 del Miur , un insieme di misure anti-bullismo rivolte a tutti gli operatori del mondo della scuola e della sanità che si trovano di fronte a casi di bullismo e cyberbullismo. Inoltre, il 18% di loro dichiara che le linee guida del Miur siano poco applicate all’interno del proprio istituto.