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Torino, bilancio 2024 tra investimenti e timidezze

Un bilancio cauto, quello di previsione per il triennio 2024-2026 di Palazzo Civico. In pareggio di 3,5 miliardi di euro, sulle casse comunali continueranno a pesare le rate pregresse dei mutui la cui quota fino al 2026 ammonta a 714 milioni di euro e i costi delle materie energetiche (+35% rispetto al pre pandemia), almeno per il prossimo anno.

Restano stabili, invece, canoni e tariffe per servizi educativi, mercati, concessioni patrimoniali per associazioni e terzo settore, suolo pubblico e impianti sportivi. Invariate, inoltre, le agevolazioni Isee sulla tassa rifiuti, mense scolastiche e trasporti. Con un occhio vigile sul debito cittadino, nel 2022 sui 3 miliardi di euro, il Comune batte la strada dell’equilibrio economico finanziario e punta su un piano di rientro del disavanzo intorno ai 170 milioni. Passato in Consiglio comunale, il prossimo passo è il via libera della giunta.

La garanzia di una navigazione su acque tranquille, comunque, non sono altro che le risorse straordinarie (ben 1,12 miliardi) frutto del patto firmato nel 2022 con l’allora premier Mario Draghi. Un’ancora per gestire l’ordinaria cosa pubblica nei prossimi vent’anni e che solo nel 2024 mette in dote 113 milioni di euro.

Sul fronte dello stock di debito pregresso, la vicesindaca di Torino, Michela Favaro, dice: “L’amministrazione paga i mutui regolarmente ed è molto limitato il ricorso a quelli nuovi, quindi riducendo di moltissimo il ricorso al nuovo indebitamento. In questo modo, estinguendo mutui e riducendo l’indebitamento, il disavanzo dovrebbe chiudersi nei prossimi dieci anni”.

Spese del Comune nel prossimo triennio

Varie voci avranno comunque più spese nei prossimi tre anni. Una è il trasporto di persone disabili che vede una media del +3% sui poco più di 3 milioni di euro del 2023. Stesso copione per i servizi sociali e di edilizia abitativa pubblica con un +5% (173 milioni di euro nel 2024, quasi 159 nel 2025 e intorno ai 152 nel 2026) e per quelli educativi che incrementano del 4%.  

Mantiene poi un peso specifico il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel quadro degli investimenti il valore è sui 440 milioni di euro. Un bottino che con l’aggiunta dei soldi di React Eu, Pon Metro e finanziamenti per la nascita della Metro 2 si aggira sui 2,7 miliardi di euro. 

Tanti gli esempi di investimenti in via di realizzazione con fondi Pnrr nell’ambito del terzo settore, dove sono previsti la riqualificazione di 26 immobili, l’attivazione di centri per i servizi e accoglienze personalizzate e la creazione di 40 punti di facile accesso per supporto alla cittadinanza nelle pratiche digitali.

Nei fondi Ue sono comprese, tra l’altro, le manutenzioni straordinarie per l’edilizia scolastica. Un punto su cui Favaro insiste: “Con queste risorse saranno ristrutturate oltre cento scuole e rese più efficienti dal punto di vista energetico”. In programma c’è la costruzione anche di tre nuove scuole in via Verolengo, via Pietro Giuria e via Santhià.

Dibattito

Il bilancio ha creato dibattito tra i politici comunali. Lo scorso 18 dicembre l’assessora al Bilancio di Torino, Gabriella Nardelli, aveva sostenuto in Consiglio comunale come “nel contesto di incertezza economica generale, siamo riusciti a impostare una manovra senza utilizzare la leva fiscale programmando una visione di lungo periodo e garantendo il rispetto dei tempi nella realizzazione degli investimenti”.

Per la consigliera Tiziana Ciampolini di Torino Domani è un bilancio “prudente che dovrà tener conto delle forze e dell’attesa delle persone che attendono una migliore qualità di vita. Dal dopo pandemia, però, ci sono molte fragilità nelle condizioni sociali e una più spiccata carenza di prospettive di ampio respiro nelle politiche industriali che non vanno sottovalutate”. Da qui l’appello di Ciampolini al “dialogo anche con il mondo dei privati per sperimentare nuove soluzioni che diano ulteriore ossigeno alla Città”.