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Torino: ora anche BasicNet diventa centro vaccinale

Anche la sinergia tra attori pubblici e privati contribuisce al pieno funzionamento della campagna vaccinale. È così che vede la luce il nuovo centro di somministrazione di Humanitas Gradenigo al BasicVillage di corso Regio Parco. Per la prima volta a Torino un’azienda privata mette a disposizione gli spazi delle proprie strutture, rinunciando a una cospicua fonte di reddito, per trasformarle in un ingranaggio della grande macchina organizzativa che condurrà all’immunità di gregge contro il Covid-19.

“Quando siamo venuti a conoscenza dell’intesa tra Governo e Confindustria per coinvolgere le aziende nel piano vaccinale abbiamo detto: ‘Vogliamo essere i primi’. E siamo stati i primi – dichiara Marco Boglione fondatore e presidente di BasicNet –. Mi auguro che nel giro di un mese la capacità vaccinale cresca esponenzialmente e spero che qualcuno possa dire che è stato anche un po’ merito delle imprese”.

Il centro era inizialmente situato all’interno dell’ospedale Humanitas Gradenigo, da oltre un secolo punto di riferimento per la salute dei torinesi, che nell’ultimo anno ha fornito un contributo rilevante nella lotta al virus. Da martedì 27 aprile si è trasferito nel vicino complesso post-industriale di 26mila metri quadri, il quartier generale di BasicNet, un’azienda quotata alla Borsa Italiana, proprietaria di marchi di abbigliamento, calzature e accessori, tra cui Kappa, Robe di Kappa, K-Way, Superga e Sebago. L’ospedale dista meno di un chilometro e dispone della capacità di conservazione delle fiale di vaccino Pfizer-BioNTech, essendo dotato degli strumenti necessari al mantenimento della catena del freddo, come i frigoriferi che raggiungono i -80°C. Obiettivo: incrementare in modo consistente la propria capacità di somministrazione. Innanzitutto, arrivando a poter operare 24 ore su 24 (attualmente il polo apre tutti i giorni dalle 10 alle 20). Già soltanto il trasferimento nella nuova sede, comunque, consentirà di passare da 500 inoculazioni giornaliere a un numero massimo di 800. Ma non mancano le problematiche: “Adesso siamo intorno a 600 vaccini al giorno – afferma Fabio Marchi, presidente di Humanitas Gardenigo –, ma siamo più limitati dalla disponibilità di siero che non da deficit di organizzazione. C’è un’intera filiera che può essere implementata per portare le somministrazioni fino a 800 al giorno”.

Ostacolo confermato anche da Carlo Picco, direttore dell’Asl Città di Torino: “Siamo dotati di una macchina potentissima: stiamo allestendo centri in rapporto coi privati o totalmente pubblici molto performanti, ancorati anche a luoghi simbolo della città. Le prospettive sono di incrementare ancora le nostre potenzialità, ma il rischio è che ci siano pochi vaccini. Noi somministriamo i prodotti di tutte le case farmaceutiche, il problema è che non abbiamo un quantitativo di vaccini sufficiente rispetto alla capacità produttiva dei nostri centri. Abbiamo risolto le nostre criticità, dimostrando di avere un sistema in grado di effettuare 10mila vaccinazioni. Ma anche oggi ci fermeremo a 5.500: vuol dire che abbiamo perso l’opportunità di erogare 4.500 vaccini. Questo, se le cose non cambieranno, succederà tutti i giorni”.

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