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Tar Piemonte, mancano i magistrati

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Organico ridotto e ricorsi in leggero calo, pendenze smaltite e richieste di leggi “meno farraginose”. L’inaugurazione dell’anno giudiziario amministrativo del Tar Piemonte traccia il bilancio del 2023 alle spalle e punta (ma sarebbe meglio dire auspica) a un’operatività più efficace. Nell’aula magna della Cavallerizza Reale è Raffaele Prosperi, presidente del Tribunale amministrativo regionale piemontese, il primo a prendere parola.

Personale sotto organico

“Il dpcm 6 dicembre 2021 prevede una pianta organica di 14 magistrati, presidente compreso. Ma la realtà vede invece 11 magistrati con il presidente. Delle tre sezioni, la seconda è sul filo del rasoio con appena tre magistrati e ci espone a rischi”. A ciò, Prosperi aggiunge: “La scarsità di magistrati è legata anche all’organizzazione del Tar della Valle d’Aosta che ha tolto due magistrati in pianta stabile, sostituendoli con un supplente e uno fisso che viene dalle sezioni del Piemonte”.

Le ripercussioni sono perciò chiare: “Questa situazione – prosegue Prosperi – rende complesso il rispetto dei riti accelerati come le gare di affidamento di lavori pubblici, servizi e forniture o quelli che hanno a che fare con l’Autorità di regolazione dei trasporti”. Ecco perché il Tar Piemonte è in attesa “delle assunzioni promesse che dovrebbero arrivare entro il primo luglio. Nella speranza che le voci di possibili ritardi vengano smentite”, dice il presidente.

Risultati del Tar Piemonte

Poi qualche numero sui risultati raggiunti. A inizio 2022 pendevano 2.588 ricorsi, l’anno successivo sono scesi a 2.438. Nel corso del 2023 sono 1.054 quelli sopravvenuti (a differenza dei 1.223 del 2022) e 1.147 quelli definiti con 917 pronunce di merito, 217 decreti decisori, 13 definizioni con altro tipo di provvedimento.

Per questo, ci sono 99 ricorsi in meno rispetto all’anno precedente (-4%, rispetto al -4,1% del 2022). Invece, al 15 febbraio i ricorsi depositati sono 124, mentre quelli definiti 156 (141 pronunce di merito, 14 decreti decisori e una definizione con altra tipologia di provvedimento)”. Sul calo di ricorsi, Prosperi non nasconde le sue perplessità: “Può essere il segnale di una maggiore correttezza delle amministrazioni, ma anche di una cittadinanza meno propensa a rivolgersi al Tar”.

Dibattito

Il presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, ha reso omaggio alla “grande storia di Torino nella giustizia amministrativa” e ha sottolineato come “il giudice amministrativo è la vera definizione di uno Stato di diritto, democratico, ma il prestigio rischia di venir meno se non è all’altezza della situazione”. Invece il rappresentante del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, Roberto Lombardi, si è riallacciato ai moniti di Prosperi: “Non possiamo istituire nuove sezioni se poi vengono ridotte all’osso. Sebbene a Torino e Milano le amministrazioni lavorino meglio, l’accesso alla giustizia è sempre più costoso e difficile”.

Anche Mauro Prinzivalli, avvocato distretturale dello Stato, ha messo sotto i riflettori la carenza di organico: “Nel mio ufficio ci sono sette avvocati, facciamo fatica. Nel 2023 abbiamo registrato 626 ricorsi, in calo rispetto ai 760 del 2022 e 806 del 2021, e 3.417 fascicoli, un +25% rispetto all’anno precedente. Inoltre, si fa sentire l’assenza di un procuratore nella sede distrettuale”.

Nel suo discorso, Prinzivalli ha poi posto l’enfasi su un altro tema, ovvero i contenziosi connessi con il Ministero dell’Interno. “Abbiamo contato 228 contenziosi sui 626; ciò significa che c’è un aumento, soprattutto riguardano ammonimenti, fogli di via, divieti di frequentazione di luoghi, e una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dell’informazione su fenomeni fino a ora meno osservati. Sono stati 103 i contenziosi legati al Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza”.

A nome degli avvocati torinesi, all’inaugurazione del 2024 del Tar Piemonte hanno alzato la voce Paolo Berti del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Torino e Daniela Anselmi, vice presidente dell’Unione nazionale avvocati amministrativisti. Secondo loro, gli avvocati devono essere “coinvolti nelle scelte relative alla giustizia” e non fare solo il parafulmine “su cui far ricadere tutta la frustrazione dell’inefficienza del sistema giuridico”. Anselmi, inoltre, ha chiesto incentivi alla digitalizzazione degli atti processuali. E chiesto che “ci siano rinvii iper testuali in nome di una maggiore sinteticità e rapidità nello studio dei testi. Lo fanno già nel diritto civile”.