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Spesa alimentare in calo, la speranza arriva dal turismo

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L’aumento dei costi di energia, utenze e trasporti registrato nel 2022 si fa sentire nel carrello delle famiglie torinesi, segnando il primo calo in dieci anni della spesa alimentare. È questo il dato più rilevante che emerge dalla 26^ indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino e condotta attraverso questionari trimestrali su un campione di 240 famiglie residenti a Torino o nei comuni della prima cintura. “Il 2022 è stato penalizzato fortemente dalla crescita generale dei prezzi” ha affermato il Vicepresidente Enzo Pompilio d’Alicandro, “ma le famiglie si sono mostrate resilienti, riuscendo a riallocare la loro capacità di spesa in funzione dell’evoluzione dello scenario economico” .

I dati presentati questa mattina a Palazzo Birago non danno adito a fraintendimenti. Nel 2022 la spesa media mensile delle famiglie torinesi ha raggiunto quota 2554 euro (+1,2% rispetto al 2021), ma a fare notizia è la contrazione della spesa alimentare (-2,6%), la prima dal 2013, che ha finito inevitabilmente per modificare il paniere a fronte dell’aumento di altre spese indispensabili come quelle per combustibili ed energia elettrica (+10,7%).

Fonte: Osservatorio sulle spese delle famiglie torinesi, ed.2022

Le spese delle famiglie nel 2022: trend a confronto

Le diminuzioni più rilevanti si sono registrate nei confronti di carni e salumi, pesce e prodotti dolciari, categorie che insieme rappresentano il 35,7% delle spese alimentari, calate complessivamente di 8 euro mensili. Dall’indagine sui comportamenti dei consumatori emerge come l’aumento del tasso d’inflazione abbia finito per limitare o addirittura eliminare l’acquisto di queste tre voci di spesa. Riduzioni più contenute per pane, latte, formaggi, olio e grassi, che insieme registrano un calo di 3 euro. Si mantiene stabile la spesa per frutta e verdura (20,5% del totale), mentre l’unico aumento è registrato dai cibi pronti (+2,7%), in particolare per il take away.

In crescita il dato relativo alla spesa non alimentare, che nel 2022 si è assestata sui 2146 euro (+1,9%). I costi per l’abitazione e l’energia continuano a rappresentare la principale macrocategoria in cui converge gran parte della spesa (49,2%), in crescita del +5,4% rispetto allo scorso anno. A generare l’impennata il forte rialzo delle utenze domestiche, che tra bollette del gas, luce, riscaldamento e acqua sono costate alle famiglie torinesi un incremento di 230 euro medi mensili (+30,7%). Gli aumenti del costo di benzina e carburanti, unitamente ai prezzi dei biglietti di treni e aerei, impattano sulla spesa per i trasporti (+5,4%).

Con i costi sanitari in aumento (+12,4%), a controbilanciare le riduzioni della spesa per mobili e arredamento (-9,8%) e comunicazioni (-12,1%), è l’aumento della spesa per viaggi e vacanze (+6,8%): dopo il crollo del 2020 a seguito della pandemia, il 2022 conferma il trend positivo per i viaggi (+6 euro), mentre i pasti fuori casa subiscono una lieve frenata (-3 euro). Nel complesso, un dato confortante per l’intero comparto turistico che dopo il boom delle vacanze pasquali può finalmente guardare con ottimismo agli imminenti ponti e festività di primavera, banchi di prova fondamentali in vista della stagione estiva. Tra le voci non alimentari in calo, la flessione più rilevante la segna il comparto dell’abbigliamento e delle calzature (-16%), che assieme alla ristorazione sfiora il 60% di famiglie che hanno ridotto o azzerato del tutto la spesa nel corso del 2022. Il settore più in crisi, tuttavia, è quello dello spettacolo: cinema, teatro, spettacoli e sport sono scomparsi dalla lista della spesa del 21,3% del campione, dimostrandosi ancora in sofferenza dopo il grave colpo inferto dalla pandemia.

Tra i luoghi d’acquisto prediletti dalle famiglie torinesi, le catene e i supermercati della grande distribuzione continuano a fare la voce grossa (49,1%), ma si registra un incremento nel ricorso all’hard discount specialmente per i generi alimentari (16,8%). Cresce ancora l’e-commerce, utilizzato dal 58% delle famiglie almeno una volta all’anno e quasi esclusivamente per beni non alimentari (nel 2021 erano il 45%): ad aumentare è soprattutto la quota di chi ha dichiarato di aver comprato “spesso” online, passata dal 12,5% del 2021 al 29,3%.

Pierfrancesca Giardina e Enzo Pompilio d’Alicandro nella sala conferenze di Palazzo Birago

Risparmio e potere d’acquisto in calo, le reazioni dei consumatori

L’indagine restituisce una fotografia della capacità di risparmio delle famiglie calata al 20% (-5%), non solo il dato più basso degli ultimi cinque anni, ma anche la metà esatta di quanto evidenziato nel 2018, quando a risparmiare era il 40% delle famiglie. Una percentuale ancor più rilevante se correlata al 60,4% di famiglie che denunciano una diminuzione del proprio potere d’acquisto, un valore che nel 2021 si fermava al 34%.

Ma come hanno reagito le famiglie a questi cali? La resilienza elogiata dal Vicepresidente della Camera di commercio di Torino, Pompilio d’Alicandro, ha permesso di mettere in atto numerosi comportamenti sia in risposta all’aumento dei prezzi sia per contrastare il caro bolletta. Il 67,9% del campione ha dichiarato di aver aumentato gli acquisti di prodotti in promozione e di aver teso ad una maggiore riduzione degli sprechi. L’impennata dei costi energetici ha fatto sì che l’85% delle famiglie cambiasse le proprie abitudini o, comunque, attuasse alcuni semplici accorgimenti per eliminare costi superflui, come spegnere la luce o i dispositivi elettrici in stand-by. Contro il caro benzina, invece, sostanziosa è la percentuale di coloro che hanno iniziato a spostarsi sempre di più in bicicletta o a piedi (56,3%), seguiti da chi ha scelto di incrementare l’uso di mezzi pubblici (28,3%) o di affidarsi alla sharing mobility e ai nuovi mezzi alternativi come i monopattini elettrici (7,5%).

In conclusione, l’indagine fa il punto sulla condizione economica delle famiglie del campione, di cui il 56,7% si posiziona nella fascia di autosufficienza contro il 41,7% del 2021, un aumento proporzionale al calo delle famiglie in fascia media (-13,8%).