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Sindacati uniti contro la Legge sulla casa: “Inutile e discriminatoria”

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“Inutile e discriminatoria”. Sulla nuova legge regionale che regolamenta l’edilizia sociale i sindacati degli inquilini Sunia-Cgil, Sicet-Cisl e Uniat-Uil, riuniti nella sede Cisl di via Madama Cristina, esprimono un giudizio di unanime contrarietà.

Le rappresentanze sindacali regionali di Sunia, Sicet e Uniat riunite nella sede Cisl di Torino

“Sono più di vent’anni che manca un piano casa degno di questo nome – commenta il segretario regionale Uniet Domenico Paoli – e continua a mancare una programmazione a lungo termine in una Regione che più di altre ha bisogno di locazione”. Secondo i dati presentati dai sindacati, se a livello nazionale la percentuale di proprietà si aggira intorno al 70 per cento, in Piemonte è ferma al 50, mentre locazioni brevi turistiche e inflazione erodono la possibilità per le famiglie di accedere all’affitto.

“Ci sono tra le 12 e le 13 mila domande già presentate, di cui 7 mila accolte e in attesa di assegnazione”, chiude Paoli, ricordando con i colleghi i numeri della città di Torino. A fronte di 7.366 richieste di assegnazione di edilizia popolare dell’ultimo bando, sono circa 500 le abitazioni che si rendono disponibili ogni anno. Per quanto riguarda invece il numero degli sfratti, secondo gli ultimi dati disponibili, sono 1.317 quelli già emessi dal Tribunale di Torino, 5.223 le richieste di esecuzione e 2.271 i provvedimenti eseguiti. 

I punti critici della Legge sulla casa

Tra i punti della norma maggiormente criticati dai sindacati, i criteri di premialità previsti per chi risiede da più tempo in Piemonte (“prima i piemontesi” era proprio lo slogan impiegato dall’assessora Chiara Caucino) e il requisito occupazionale sia al momento della richiesta sia a quello dell’assegnazione nel caso di persone provenienti da Paesi extra Ue. 

“A Torino il problema casa sta esplodendo – aggiunge Davide Masera, segretario regionale del Sunia – e la Regione affronta il problema riducendo il numero delle persone che ne hanno diritto”. Masera accende poi i riflettori su un’altra problematica: “No ai quartieri-ghetto, abbiamo sempre creduto nel mix tra classi sociali differenti. Servono risorse per acquistare nuovi alloggi. Il numero delle case è aumentato più di quello delle famiglie, ma le abitazioni restano inaccessibili per giovani, precari e per chiunque abbia delle fragilità”. 

Il collega Giovanni Baratta, segretario Sicet, ha portato addirittura una maxi-bolletta ricevuta da un inquilino delle case popolari: 2.536 euro di conguaglio relativo al 2020-21 tra riscaldamento e utenze. Un problema esploso nel mese di gennaio e per il quale la Regione ha stanziato 1,5 milioni di euro nel prossimo triennio, di cui 500 mila da spendere quest’anno. “Spiace molto che Cirio e Marrone vadano nei quartieri popolari a dire che la Regione pagherà i maxi conguagli per tutti – commenta Baratta – Con questi importi è impossibile, rimarranno appena delle mance”. 

Foto di copertina di Filip Szalbot su Unsplash