Continua il periodo di piogge in tutta Italia. In Emilia Romagna è ancora allerta rossa dopo i fenomeni alluvionali della settimana scorsa ed è stata disposta la chiusura delle scuole in alcune aree, come le province di Bologna, Ravenna, Rimini e Riccione. Queste precipitazioni sono state però fondamentali per tamponare la crisi idrica dovuta alla siccità che si protraeva ormai da molti mesi. Tuttavia ci sono ancora diverse zone, anche in Piemonte, che sono state poco interessate da questi fenomeni piovosi e in cui il deficit idrico continua ad essere molto consistente. Si pensi per esempio all’area di Alessandria o di Biella.
Abbiamo chiesto a Jacopo Zannoni, meteorologo di meteoeradar, di spiegarci cosa ha portato a questo momento caratterizzato da forti precipitazioni e le possibili evoluzioni della situazione.
Quali sono le cause di questo periodo piovoso?
Stiamo attraversando un periodo molto instabile ma non di stampo atlantico. Normalmente si hanno perturbazioni per via delle correnti che vanno da ovest verso est. Questo flusso è andato in crisi negli ultimi anni. Ora si tratta invece di nuclei perturbati a sé stanti provenienti da nord che incontrano il bacino del mediterraneo, più caldo dell’aria in arrivo, e formano quindi dei minimi depressionari. Questi nuclei di aria fredda però rimangono relegati sopra il bacino del mediterraneo e continuano a ruotare in questa zona. È molto difficile capire gli spostamenti di queste precipitazioni, che vengono chiamate “gocce fredde”, perché non c’è la normale corrente proveniente dall’Atlantico che possa mandarla via e che ora scorre a latitudini più settentrionali. Ruotando nel mediterraneo crea questi minimi depressionari – come quello presente oggi in Emilia Romagna – che causano precipitazioni continue nelle medesime zone.
E la situazione specifica del Piemonte qual è?
In Piemonte c’è stato un periodo molto perturbato a causa di questa situazione perché con l’aria fredda presente in quota si formano molti temporali. Nei prossimi giorni si rischiano di nuovo perturbazioni molto consistenti soprattutto nelle zone del cuneese e del torinese, perché un nuovo minimo depressionario dovuto a questa circolazione formerà minimi depressionari fra Algeria e Tunisia e questo richiamerà correnti umide da sud-est, che dall’Adriatico andranno a impattare sulle Alpi piemontesi. La catena montuosa creerà uno sbarramento olografico a queste correnti che, dovendo alzarsi di quota, si condenseranno e porteranno ulteriore produzione di nubi e di fenomeni molto intensi, detti fenomeni da Stau. Queste precipitazioni nel weekend potrebbero risultare quasi alluvionali: ci sono modelli che le indicano anche superiori ai 300 mm.
Questa situazione per quanto potrebbe andare avanti? Potrebbe andare anche oltre la fine del mese?
Teoricamente sì: ad ora non ci sono previsioni a lungo termine di una reale stabilizzazione nel tempo, quindi dell’arrivo di anticicloni. Potenzialmente questa instabilità potrebbe arrivare anche a fine mese, sicuramente ci sarà per i prossimi 10 o 12 giorni. Successivamente non è di semplice previsione. Vediamo come va l’estate perché ci sono dei dati che suggeriscono che ogni qual volta all’inizio dell’estate si forma il fenomeno di “El Niño” nel Pacifico si verificano delle estati abbastanza instabili. Non c’è la certezza ma queste correlazioni dicono che l’instabilità potrebbe proseguire anche per il mese di giugno.
Quindi questo è uno sblocco della situazione dal punto di vista delle precipitazioni che non sappiamo se potrebbe avere un’influenza anche sul lungo periodo?
Purtroppo no. Se non si sblocca il flusso atlantico – che porta normalmente le piogge in Italia e che riporterebbe periodi pluviometrici normali – e si interrompe questa circolazione che sta portando le piogge, potremmo andare avanti con quest’alternanza tra lunghe fasi secche interrotte da periodi brevi di precipitazioni corrispondenti a quelle di un anno. Non c’è una variabilità climatica portata dal flusso occidentale.
Che effetti potrebbero esserci su quest’estate?
C’è un’altra correlazione per cui “El Niño” porta un generale rinforzo nell’emisfero di questo flusso da ovest verso est. Teoricamente – dato che solo attraverso “El Niño” non possiamo capire il tempo in Europa – con questo rinforzo del getto è probabile che le correnti calde dall’Africa possano essere tenute a bada, rimanendo sopra il continente. Se non ci fosse il flusso atlantico verrebbe su una “marea” di aria calda, che in questo momento è bloccata da queste correnti che arrivano da nord. Se invece il flusso si intensifica potrebbe essere un’estate più sopportabile – sempre considerando che siamo in una situazione di surriscaldamento globale – altrimenti si può passare da questo periodo fresco e perturbato a un periodo bollente.
Intanto però queste piogge possono aiutare dal punto di vista delle riserve di acqua?
Assolutamente sì: ci sono aree che hanno recuperato il deficit ma il problema sussiste ancora nel ponente ligure e in Piemonte, dove, nonostante le piogge, devono ancora ricaricarsi le falde. Le situazioni più problematiche sono soprattutto nel Verbano Cusio Ossola, in cui il deficit è ancora altissimo.