L’intervento al Senato del premier Mario Draghi avvenuto nella mattinata di oggi, 24 marzo, sancisce la riapertura delle scuole tra le priorità dell’ agenda politica in vista del prossimo decreto legge, le cui misure saranno presumibilmente valide dal 7 aprile. Ieri a Palazzo Chigi, Draghi e il ministro della Salute Roberto Speranza, avevano tenuto una riunione preliminare con il Cts. Tra i temi più urgenti, proprio il nodo della riapertura degli istituti scolastici: “Se la situazione epidemiologica lo consentirà la scuola aprirà in primis, anche nelle zone rosse, cominciando dalle primarie e dalle scuole per l’infanzia” ha detto Draghi. Sebbene sarà il monitoraggio della curva epidemiologica a indirizzare le decisioni politiche, il governo sembra tendere l’orecchio ai numerosi appelli che gli studenti, continuano a lanciare ogni giorno da piazze virtuali e non.
E proprio tra dibattito online, assemblee e manifestazioni di piazza, si stanno mobilitando i ragazzi di Rinascimento Studentesco, una organizzazione di allievi provenienti da più licei torinesi, che due giorni fa hanno esposto in Piazza Castello 95 tesi per cambiare la scuola: “Volevamo impressionare le persone che normalmente non si interessano delle nostre questioni, perchè la scuola deve cambiare,” ha raccontato Marco – tra i portavoce dell’organizzazione – a Futura News. “L’idea sui cui si poggiano le 95 tesi – chiaro riferimento a Lutero – riguarda quei problemi struttrali che non potranno mai essere risolti se non si porta l’attenzione all’istruzione al centro della politica. L’obiettivo di fondo è quello di premere per una riforma, per una scuola che parli di futuro.”
Rinascimento Studentesco è nato per iniziativa di oltre 30 liceali, ma si fa carico di un malessere che riguarda la scuola nel suo insieme. L’evento di lunedì ha dato loro discreta visibilità mediatica, tuttavia Marco teme che la narrazione fatta dai media possa veicolare un messaggio superficiale: “Ciò che temo è che certi giornali abbiano dato una lettura sbagliata, catalogandoci come nemici della didattica a distanza. Ovviamente, vorremmo tornare al più presto tra i banchi quando sarà possibile. Ma se si leggono le nostre tesi, veramente poche parlando di dad.”
Marco lamenta come pochi giornalisti abbiano voluto entrare veramente nel merito delle richieste: “Ogni punto esposto lunedì è stato dibattuto tra tutti i membri del nostro gruppo. Tra i principali argomenti ci sono ambiente, genere, rappresentanza studentesca e più spazi di autonomia gestiti dagli studenti. Per elaborarle siamo partiti dalle nostre esperienze personali, ci siamo confrontati coi nostri professori, e abbiamo fatto ricerche su cosa succede fuori dall’Italia. Siamo convinti che solo iniziando a parlarne a scuola si possa, nel tempo, determinare scelte politiche future”
Un futuro che da ormai troppo tempo è conidizionato dalle aperture e chiusure cicliche, che hanno esacerbato i problemi degli studenti. Tra questi, è il moltiplicarsi di testimonianze legate ai danni psicologici della permanenza a casa e la mancanza di motivazione per affrontare il futuro a proccupare nell’ultimo periodo: “I danni psicologici sono ora quelli dagli effetti più evidenti. Nella mia classe per esempio, molti si sentono soffocati. C’è che sin da subito ha bollato la sua esperienza liceale come rovinata, riponendo fiducia nell’università. Ma sempre più spesso, sento compagni che parlano di abbandonare gli studi. In questo, l’orientamento universitario è stato faticoso, io stesso mi trovo indeciso sulle scelte da fare”.