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Sciopero Usigrai, in Piemonte l’adesione supera l’80 per cento

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“Siamo attorno all’85 per cento, sicuramente oltre l’80 per cento: l’obiettivo è stato raggiunto”, spiega Jacopo Ricca del Cdr Rai Piemonte. Anche il Piemonte è in linea con i numeri delle altre regioni per quanto riguarda il primo dei cinque giorni di sciopero decisi dall’Unione sindacale giornalisti Rai (Usigrai). Nello specifico, nessuno dei giornali radio delle emittenti Rai previsti per la mattinata (alle 07:18 e alle 12:10) è andato in onda, come salterà quello della sera e anche il Tg delle 14. L’unico momento di trasmissione previsto è alle 19:35: un’edizione ridotta per garantire l’informazione.

A livello nazionale sono invece andati in onda Tg1 e Tg2, a causa del no allo sciopero da parte del sindacato di destra Unirai, deciso venerdì 3 maggio. Usigrai ha convocato intanto un incontro, moderato da Costanze Reuscher, presso la sede dell’associazione della Stampa estera: dialogheranno i conduttori Rai Serena Bortone e Sigfrido Ranucci, il presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) Vittorio Di Trapani e il segretario del sindacato Daniele Macheda. Qui la diretta.

“I motivi dello sciopero – ha spiegato Macheda – sono di natura industriale e sindacale. Nel piano industriale non c’è una riga sull’informazione, salvo poi scoprire che vogliono accorpare testate. Ma c’è anche un tema di autonomia e indipendenza dei giornalisti Rai: ricordo, ad esempio, che nei mesi scorsi la notizia del procuratore Gratteri che dichiarava che, se si fossero voluti fare i test psico-attitudinali ai magistrati, si sarebbero dovuti fare anche ai politici, unitamente ai test antidroga, ebbene, questa notizia è sparita da Rainews”. Il segretario aggiunge: “Non abbiamo mai cambiato idea: abbiamo sempre detto che i partiti devono stare fuori dalla Rai. Noi contestiamo la rinforma Renzi che ha messo la Rai sotto il controllo dei governi di turno. Spero che in questo senso ci aiuti il Media freedom act”.

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