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Sciopero sanità, in Piemonte saltano 2mila interventi

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In Piemonte sono 2mila gli interventi chirurgici previsti ma in gran parte cancellati oggi. È l’effetto del nuovo sciopero di 24 ore di medici e veterinari, il terzo della sanità nel giro di un mese, che prende di mira la legge di Bilancio. Gilberto Fiore di Aaroi-Emac stima un’adesione dell’80-100% per quanto riguarda il suo settore, quello di anestesisti e operatori del pronto soccorso. Fiore precisa però che, trattandosi della colonna dorsale dell’emergenza, il 50% degli scioperanti sono precettati e quindi in servizio: il sindacato precisa che verranno comunque conteggiati nel calcolo degli aderenti. In tutta Italia andranno in scena sit-in e conferenze stampa in promozione dello sciopero della sanità: a Roma si è svolto questa mattina un presidio di fronte al ministero della Salute.

Il blocco consistente è quello delle sale operatorie. Ma anche per i veterinari non sono leggeri gli effetti: l’agitazione comporta lo stop alle macellazioni, che per Maurizio Bologna della Federazione veterinari e medici (Fvm), è particolarmente rilevante a una settimana da Natale. Una sospensione che ha già subito moltissime pressioni da parte dei produttori e che pesa molto sulle scelte del governo.

Le rivendicazioni riguardano principalmente la carenza di risorse e personale, ma più in generale le critiche si rivolgono a una mancanza di attenzione verso il Sistema sanitario nazionale e verso il settore pubblico: un problema che vede i professionisti sanitari spostarsi sempre più verso il privato a causa dei sovraccarichi di lavoro. “Anche solo a livello di infrastrutture il privato è all’avanguardia rispetto a noi”, dice Fiore. Il rappresentante di Aaroi-Emac ricorda i 20 anni passati a parlare del Parco della Salute di Torino, di quello di Novara, oppure del nuovo ospedale di Cuneo che definisce una “pantomima”, come quello di Verbania. “Sono situazioni che gridano allo scandalo”, dice. Fiore stima l’insufficienza di personale tra gli anestesisti in 230-250 unità, circa il 20%. Una situazione che si ripropone nei pronto soccorso, dove mancano altri 200 professionisti.

“Non lo facciamo per divertimento, scioperare non piace a nessuno”, sottolinea Bologna che ricorda anche il limite alle assunzioni del personale stabilito nel 2014 per salvaguardare la spesa: “Basterebbe inserire una norma di pari dignità nella finanziaria, invece si è preferito andare a prendere i soldi dalle pensioni senza intervenire sull’evasione fiscale, che è di 100 miliardi l’anno”. Bologna sogna remunerazioni equiparate a quelle europee per far ritornare attrattivo il sistema. “Si strizza l’occhio al privato, in questi giorni tanti gruppi finanziari si stanno interessando alla sanità perché vedono grandi possibilità di investimento: di questo passo il sistema porterà le persone ad accontentarsi e a non curarsi”.

A margine anche un commento sulla decisione di ieri sera di portare le pensioni dei medici a 72 anni, su cui poi il governo ha fatto dietrofront: è la terza volta che accade in un anno. “Non c’è soldo che tenga di fronte alla salute di tutti quanti e l’abbiamo già dimostrato durante il Covid, è questo che fa rabbrividire. A distanza di pochi anni dobbiamo di nuovo chiedere che alla sanità non vengano tolti diritti acquisiti e che il sistema sanitario nazionale sia universale”, conclude Bologna.

Alla mobilitazione della sanità hanno aderito diverse sigle sindacali: Aaroi-emac per anestesisti e rianimatori, Fassid in rappresentanza di radiologi, medici, psicologi, patologi clinici e farmacisti, Fvm per veterinari e medici e Cisl medici. I sindacati hanno deciso di suddividersi in tre diverse giornate di sciopero, una strategia che ha l’obiettivo di far comprendere il messaggio ripetendolo più volte. Il 17 novembre avevano partecipato Usb, Cgil Fp, Uil Pa, Uil Fpl e Nursind, mentre quello del 5 dicembre era stato proclamato da Anaao-Assomed, Nursing Up e Cimo-Fesmed. Per gennaio sono già previsti due giorni di sciopero nazionale. Gli obiettivi dichiarati sono: difendere la sanità pubblica universalistica e solidale, proteggere il Ssn dal saccheggio di professionalità, risorse e domanda, difendere gli stipendi e le pensioni e assicurare a ogni individuo ogni cura disponibile e appropriata.