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Sanità in Piemonte, si riducono i tempi di attesa: “Ora sensibilizziamo per gli screening”

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Trentasette giorni. È il tempo medio che in Piemonte, nel 2022, i pazienti hanno atteso per ottenere una delle 42 prestazioni non urgenti previste dal Piano nazionale per la Sanità. Uno in meno rispetto ai 38 del 2018. I tempi si sono accorciati per la maggior parte degli esami (25), mentre per i restanti 17 lo scostamento rispetto al 2018 è sceso al di sotto dei 6 giorni. Tra gli esami più “lunghi” da ottenere, quelli del fondo oculare e della visita oculistica, che registrano un tempo di attesa medio di 90 e 70 giorni.

Crescono anche il numero dei ricoveri programmati (quasi raggiunto il livello del 2019), degli interventi chirurgici prioritari effettuati e delle visite ambulatoriali di primo accesso. Gli interventi chirurgici di classe A, B e C (lettere che stabiliscono un’urgenza che va dai 30 giorni della classe A ai 180 della classe C) sono stati 134 mila, contro i 131 mila del 2019. Un milione e 450 mila le visite ambulatoriali di primo accesso, che anche in questo caso hanno ampiamente superato i livelli del pre-covid. 

È quanto emerso dall’aggiornamento di marzo sul Piano straordinario di recupero delle liste d’attesa, in cui il Piemonte ha investito 50 milioni di euro. I numeri presentati dalla Regione fotografano una situazione positiva: “Ridurre i tempi di attesa di un giorno rispetto al 2018 – commenta il presidente Alberto Cirio – non è cosa da poco, specie se si considera che quelli erano tempi molto diversi, senza pandemia e senza i rincari di oggi”. 

Com’è possibile, dunque, che i tempi di attesa percepiti dai cittadini siano ben più lunghi? In primis, esistono visite di tipo diverso: le urgenti, le brevi, le differibili e le programmabili. È proprio per queste ultime che i tempi crescono in maniera significativa. La questione, poi, è legata anche alla volontà di effettuare gli esami in una specifica Asl e al funzionamento del Cup, Centro Unico di Prenotazione istituito nel 2014 e attivo dal 2018. 

Per prenotare gli esami, in sostanza, i cittadini devono chiamare il numero di riferimento regionale, che assegna loro la prima disponibilità. Spesso i tempi di attesa si accorciano rispetto alla prima comunicazione, ma i pazienti devono chiamare ripetutamente il Centro, verificando le disponibilità emerse. 

Proprio per questo motivo, dal mese di ottobre il Piemonte ha attivato in via sperimentale e soltanto per due tipi di esami – mammografia e visita cardiologica – un nuovo sistema di prenotazione: la presa in carico attiva del paziente. Per ottenere queste prestazioni, che sono tra le più richieste, per il cittadino è sufficiente chiamare una volta il CUP, che lo prende in carico attivamente, comunicando luogo e ora del primo posto utile via sms non appena disponibile. 

Da ottobre ad oggi le richieste di mammografia sono state 3.311, di cui 21 prese in carico. Oggi tutte le richieste sono state soddisfatte. Oltre novemila le richieste di visita cardiologica, di cui oltre 770 gestite tramite presa in carico. Numeri incoraggianti, che hanno portato la Regione ad estendere il servizio entro il 31 marzo ad altre tre prestazioni: visita urologica, chirurgica e prestazoni di radiologia. 

Dati regionali sui tempi di attesa medi nelle Asl piemontesi per le prestazioni non urgenti.

Gli screening oncologici

In crescita anche il numero degli screening oncologici effettuati, anche se, rispetto al pre pandemia, la percentuale di adesione agli inviti mandati si è ridotta del 10%. A fronte di un aumento di 700 mila inviti, infatti, l’aumento degli esami effettuati rispetto al biennio 2019-2020 è pari a 200 mila. Mentre il 53% delle persone invitate hanno risposto favorevolmente alla mammografia di screening (349 mila esami effettuati), soltanto il 39% delle donne invitate si è sottoposta al pap test (287 mila a fronte di 735 mila inviti) e soltanto il 31% della platea invitata allo screening del colon retto si è presentata (180 mila su 577 mila).

“Questi numeri dicono che la crescita c’è stata – spiega il responsabile del Piano per il recupero delle liste di attesa, dott. Piero Presti -, ma che occorre lavorare sulla sensibilizzazione. Sono esami importanti, a cui le persone invitate possono sottoporsi gratuitamente. Occorre lavorare per far sì che la partecipazione cresca”.

Confronto tra il biennio 20219/20 e 2021/22 per numero di screening oncologici effettuati.

Obiettivi 2023

Tra le azioni in programma per il 2023, oltre al consolidamento dei risultati raggiunti, vi sono l’accesso facilitato alle prestazioni urgenti e il potenziamento della telemedicina, con l’obiettivo di garantire agli utenti nuovi servizi a distanza, come la telerefertazione. Cruciale la riduzione dei tempi di attesa anche per le visite programmabili, con l’obiettivo di effettuarle entro 120 giorni, 4 mesi: si tenga conto che prenotare oggi, in determinate Asl, un’ecografia alla tiroide può voler dire ottenerla nel 2024. Obiettivi ambiziosi, che la Regione vuole raggiungere anche tramite l’accreditamento di nuovi erogatori privati per potenziare l’attività ambulatoriale. Risorse regionali già accantonate per il Piano 2023: 25 milioni.

“Il sistema sanitario pubblico va difeso e deve avere piedi e testa piantati nel pubblico – ha rassicurato Cirio -, ma l’accreditamento di enti privati è imprescindibile per la miglioria delle prestazioni. La regione rivendica il suo ruolo strategico e di coordinamento, non di bancomat della sanità pubblica, ma di partner”. 

Pronto soccorso

Prosegue anche il piano per migliorare l’efficienza dei pronto soccorso. “La fase immediata – ha spiegato il responsabile, dottor Carlo Picco – è stata affrontata in tutte le sue articolazioni e oggi abbiamo a disposizione strumenti che ci vengono richiesti anche da altre Regioni”. Il riferimento è a un sistema di monitoraggio dei posti letto liberi, che ha consentito di migliorare la gestione dei ricoveri. Un’altra attività messa in campo è la task force di medici attiva su Torino nei weekend per monitorare e facilitare le dimissioni su tutto il territorio cittadino. 

Quanto alla riduzione dei tempi di attesa per il ricovero, che era il principale obiettivo del piano, confrontando i dati di dicembre 2022 e di febbraio 2023, a parità di accessi, le persone in attesa di boarding nei pronto soccorso piemontesi sono calate da 506 a 365. Una riduzione del 25% che fa ben sperare, tenendo presente che tra gli obiettivi prioritari vi era quello di evitare la permanenza in pronto soccorso per più giorni in attesa di ricovero.