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Ricucire la comunità di Barriera di Milano: il progetto “Noe” unisce diverse realtà

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Insieme. La parola chiave del nuovo progetto “Noe, nuovi orizzonti educativi: una comunità che educa” è una sola ed esprime la sinergia tra diverse realtà, unite da un obiettivo comune: colmare le disuguaglianze sociali tra i giovani del quartiere torinese di Barriera di Milano.

L’iniziativa coinvolge numerosi soggetti, come la Fondazione Compagnia di San Paolo, il Comune di Torino, l’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte e la Circoscrizione 6 della Città di Torino. Alla base delle attività che costituiscono il progetto Noe c’è la volontà di rispondere ai bisogni della comunità, incentivando l’educazione, la formazione e il benessere delle nuove generazioni, e soprattutto di colmare i divari sociali.

“Abbiamo messo in atto risorse economiche e di accompagnamento – dice Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia San Paolo – per investire su Barriera di Milano, una delle periferie giovani di Torino e una delle aree più difficili della città. Il reddito medio delle famiglie che vi abitano è molto basso e la percentuale di ragazzi e ragazze tra i 18 e i 29 anni che non lavorano o studiano è molto elevata. Il nostro è un progetto a lungo termine volto al sostegno e alla crescita di bambini e adolescenti”.

Al centro dell’attenzione c’è l’istruzione, la formazione dei giovani e anche il desiderio di coesione sociale. “I sistemi educativi hanno una grande responsabilità – spiega Fabrizio Manca, direttore dell’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte -, che è quella di ricucire le comunità, educando le nuove generazioni e supportando le famiglie. Tutti, insieme, dobbiamo offrire le nostre risorse per dare vita a un nuovo modello di scuola e riannodare i fili della convivenza”.

Barriera di Milano è il protagonista principale degli interventi promossi da Nuovi orizzonti educativi. L’obiettivo è ricostruire e recuperare le ricchezze di un’area di periferia, spesso dimenticata. “Lavorare insieme è il nostro imperativo – afferma Carlotta Salerno, presidente della Circoscrizione 6 della Città di Torino -. Dobbiamo dare valore alle ricchezze e alle opportunità che caratterizzano Barriera. Se mettiamo insieme le risorse siamo in grado di far rifiorire e valorizzare la zona di Barriera, che, nonostante le criticità, offre molte opportunità”.

Tra gli interventi, anche il commento della sindaca Chiara Appendino, che ha ribadito la necessità di intervenire nell’area attraverso una riqualificazione e valorizzazione degli spazi: “Un bellissimo progetto per tutti i giovani e un esempio concreto di che cosa significa collaborazione e cooperazione. I nostri focus sono l’infrastruttura materiale, come i punti critici della città e la seconda linea della metro a Barriera, e le infrastrutture immateriali, ovvero tutti i cittadini, che devono sentirsi parte della comunità”.

Le nuove generazioni, il futuro, le possibilità restano il fulcro del progetto. “La responsabilità è comune – conclude Marco Giusta, assessore alle Politiche giovanili del Comune di Torino -. Il nostro compito è quello di costruire un linguaggio nuovo e di recuperare le ricchezze di Barriera, spesso trascurate e offuscate dalle sue problematiche”.

“Una comunità che educa” ha un ruolo preciso e definito: favorire l’unione tra i soggetti coinvolti per generare coesione tra i cittadini. Mettere insieme le forze per ricucire la comunità.