Ricolfi e le battaglie “che la sinistra ha abbandonato”

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“Due cose ha abbandonato, la sinistra: la difesa dei più deboli e l’idea dell’emancipazione attraverso la cultura. Quest’ultima era centrale sia nella sinistra di Gramsci che in quella di Togliatti. Nella sinistra attuale non c’è più”. Luca Ricolfi presenta così, alla terza giornata del Salone del Libro di Torino, il suo nuovo libro La Mutazione. Come le idee di sinistra sono mutate a destra.

“Ci sono tre filoni di sinistra – continua Ricolfi – attualmente in Italia: una è quella delle élite del Pd, uno meno altolocata che è quella del Movimento 5 stelle, e l’ultima è quella della sinistra nostalgica. Gli elementi tipici e storici della sinistra sono il progressismo e il globalismo”. “Il libro – dice Ricolfi – riflette anche sulle fratture politiche odierne. Una riguarda proprio il progresso e i progressisti, per me, sono quelli che vedono solo i lati positivi del progresso. Il progresso è guardato con fiducia dalla sinistra, con diffidenza dalla destra”.

“Il merito non è concetto tradizionale di destra”

“Il merito non è una concetto tradizionale della destra, anzi storicamente lo è più della sinistra. Il concetto di merito è passato dalla sinistra alla destra dopo il cambio del nome del ministero dell’Istruzione” dice Ricolfi. All’incontro è presente anche il sociologo Domenico De Masi, che parla così del libero mercato: “In Italia stiamo assistendo ancora alla tendenza a privatizzare: nel ‘91 quasi tutte le aziende erano pubbliche, dieci anni dopo è cambiato tutto. E ancora siamo in questo orizzonte”. Per Ricolfi, proprio il rapporto col neoliberismo è uno dei nodi della “mutazione” a sinistra: “Non credo – dice – che la ricetta neoliberista funzioni, e comunque di vero neoliberismo ne abbiamo visto poco. Il neoliberismo c’è stato per la prima volta soprattutto in Inghilterra con la Thatcher”.

“Scuola fondamentale per combattere disuguaglianze”

Il sociologo conclude il suo intervento parlando delle disuguaglianze: “Vedo le disuguaglianze come le vedeva Calamandrei, l’istituzione fondamentale per combatterle è la scuola. Solo con l’istruzione possiamo limitare la crescita delle diseguaglianze”. Poi, a margine dell’evento, Ricolfi indica anche una ricetta concreta a cui, spiega, sta mettendo mano: “Tanti ragazzi non studiano argomenti per cui sono portati perché le famiglie non se lo possono permettere. Per questo sto lavorando a un progetto che preveda più fondi alle borse di studio per gli studenti delle superiori”.