Per la prima volta, in seguito alla guerra scoppiata in Ucraina e ai milioni di persone che potrebbero lasciare il paese (quasi un milione l’ha già fatto), l’Unione europea attiverà la cosiddetta “direttiva per la protezione temporanea”. I rifugiati scappati dall’Ucraina, così, potranno ricevere un permesso di soggiorno di un anno, rinnovabile di sei mesi in sei mesi, fino a tre anni.
Cos’è la protezione temporanea, o direttiva 2001/55/CE
La norma era nata nel 2001, per accogliere in modo regolare chi fuggiva dai conflitti nei Balcani, in particolare dalla guerra nel Kosovo del 1998-99. In pratica, però, non fu utilizzata in quell’occasione perchè arrivò troppo tardi. In seguito, poi, il meccanismo della direttiva non fu più attivato, neanche nel 2015, all’apice del flusso di migranti che giungevano in Europa dalla “rotta balcanica”. Anzi, nel settembre 2020 una proposta di riforma delle politiche migratorie europee aveva suggerito di cancellarla, perchè era stato “pressoché impossibile far concordare i Paesi membri sul suo utilizzo” nei quasi vent’anni da quando era stata creata.
Senza la direttiva, i cittadini ucraini potrebbero entrare nell’Unione europea senza visto e rimanerci per 90 giorni, ma il problema sorgerebbe alla scadenza di questi tre mesi. Così, invece, i rifugiati dovranno soltanto dimostrare di avere la cittadinanza ucraina o di avere un permesso di residenza di lunga durata – anche se non è ancora chiaro quanto lunga – in Ucraina.
Il compromesso sui cittadini non ucraini
Per quest’ultima categoria, però, ci saranno delle eccezioni. Il Consiglio dell’Unione europea, che ha approvato l’applicazione della norma (il via ufficiale arriverà nei prossimi giorni), ha votato all’unanimità, e per raggiungere un consenso così ampio ci sono stati dei compromessi. In particolare, la Polonia ha chiesto che per i cittadini non ucraini possa decidere ciascuno Stato: si applicherà o la direttiva europea, o la legislazione nazionale, purché rispetti generalmente il diritto europeo”.
Quindi, mentre per gli ucraini non ci saranno problemi, per altre persone residenti in Ucraina anche da anni saranno i paesi ospitanti a decidere come comportarsi. Nel caso di residenti in Ucraina da poco tempo che hanno un permesso di soggiorno temporaneo, come lavoratori temporanei o studenti, sarà invece certo il rimpatrio.L’esclusione di chi non ha la cittadinanza ucraina potrebbe creare ulteriori problemi alle persone non bianche che stanno lasciando l’Ucraina. Negli scorsi giorni, molte e molti hanno segnalato di aver subito discriminazioni, sia alla frontiera che nelle prime fasi dell’accoglienza, rispetto alle persone bianche e in particolare ucraine.