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Poli penitenziari: il riscatto sociale passa dall’istruzione

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Si svolge oggi, 7 maggio, il seminario della Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari (CNUPP). La Conferenza ha raggiunto quest’anno il terzo anno di vita, che coincide con la conclusione del mandato del primo consiglio nazionale, presieduto dal Prof. Franco Prina, delegato per il Polo Universitario Penitenziario del Rettore dell’Università di Torino.

Sono attualmente 60, tra detenuti e detenute, gli studenti iscritti a UniTo, non solamente nella Casa circondariale Lorusso e Cutugno, ma anche nella Casa di Reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo (14). Dei 60 iscritti, 11 stanno completando gli studi dopo aver lasciato il carcere e aver ottenuto misure alternative. Stanno seguendo corsi di studio triennali (52) e magistrali (8), afferenti ai dipartimenti di Culture, politica e società (36), Giurisprudenza (18), Matematica, Psicologia, DAMS. Nell’ultimo anno si sono laureati 5 studenti.

A livello nazionale, nell’anno accademico in corso, sono 1.034 gli studenti detenuti iscritti, dei quali 109 (10,5%) si trovano in regime di esecuzione penale esterna, 549 (53,1%) scontano una pena in carcere in circuiti di media sicurezza, 355 (34,3%) in alta sicurezza, e 21 (2,1%) in regime 41bis. Le studentesse sono 64, quindi il 6,2% del totale degli studenti.

Nel primo triennio di vita della CNUPP gli atenei aderenti con studenti attivi sono stati interessati da un aumento importante, passando dai 27 del biennio 2018-19 ai 32 nel 2020-21 (un incremento del 18,5%).

“Sono stato particolarmente coinvolto, avendo avuto il compito di presiedere la conferenza. Un cammino importante quello dei poli penitenziari, contrassegnato da un aumento degli atenei coinvolti, che sono una realtà piuttosto significativa nel paese”, racconta a Futura News Franco Prina. “Siamo riusciti a coinvolgere nel progetto gli atenei di due regioni, la Puglia e la Sicilia, che non avevano in precedenza collegamenti nelle carceri e stanno avviando contatti con gli istituti presenti sul loro territorio: un risultato che ci rende orgogliosi”.

Prina ha espresso soddisfazione anche sul piano dell’allargamento della rete di relazioni della CNUPP: “Stiamo portando avanti un confronto con il Dipartimento dell’Amministrazione centrale penitenziaria, stipulando un protocollo d’intesa che possa incentivare un confronto diretto e continuativo. Nei prossimi mesi, redigeremo delle linee guida che definiranno le condizioni omogenee di presenza delle università negli istituti penitenziari”. Da non sottovalutare anche l’impegno per il potenziamento della didattica a distanza: “Un obiettivo che ci proponiamo di raggiungere è quello di realizzare un sistema di DAD strutturato, per potere accedere ai materiali e alle lezioni registrate, in modo che ognuno, con proprie credenziali, possa attingere a quanto gli è utile per i loro corsi di studio. Dall’anno scorso abbiamo aperto una sezione piuttosto nutrita a Saluzzo, che è difficilissima da raggiungere: la didattica a distanza ci consentirà di migliorare l’offerta”.

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