Pnrr, il bando borghi e quei milioni difficili da gestire

“Molti amministratori dei piccoli comuni sono preoccupati, il Pnrr va oltre il nostro immaginario. Abbiamo partecipato a un bando per la rivitalizzazione dei borghi ed è andata bene, ma ci sono tante difficoltà burocratiche, come tante cose da imparare. E manca il tempo per farlo”. Michelangelo Ghio è il sindaco di Celle di Macra, un comune di 87 abitanti della Valle Maira. Poco meno di un anno fa il suo paese, insieme al vicino Macra (42 residenti), ha vinto, con il punteggio più alto in Regione, il bando del Ministero della Cultura per i fondi Pnrr destinati alla “rivitalizzazione dei borghi” con un progetto finanziato per oltre 2 milioni di euro. Tutti destinati a iniziative e strutture culturali.

Una pioggia di soldi, soprattutto se si guarda agli esili bilanci dei due municipi. Ma sono soldi che non fanno dormire sonni tranquilli agli amministratori della valle cuneese. Il problema, a detta del sindaco Ghio, è diffuso anche nel resto della provincia e del Piemonte: “I piccoli comuni preoccupati per la gestione dei fondi del Pnrr sono davvero tanti”, sottolinea. A maggior ragione nella regione con il più alto numero di comuni in Italia, ben 1180, contro i 6719 del resto d’Italia. 

Anche per questo, la Regione sta correndo ai ripari. Almeno in parte. Martedì 30 maggio, ad esempio, è stato annunciato che “dal 1° giugno al 31 luglio è attivo uno sportello online per assistere gratuitamente micro, piccole e medie imprese culturali e creative interessate a realizzare iniziative imprenditoriali, in forma singola o in aggregazione, in uno o più dei 26 borghi selezionati dal ministero, finanziati dal bando borghi”. In pratica, le aziende interessate a entrare in rete con i comuni vincitori (26, come detto, per complessivi 22 milioni e 864mila euro) avranno un luogo a cui chiedere informazioni sui bandi e su come impostare le domande. Ma avranno anche un partner che le potrà aiutare a “creare un ponte con gli attori culturali e sociali del territorio, favorire una corretta analisi di contesto, individuare connessioni possibili tra le progettualità” dei borghi e quelle delle imprese stesse. Competenze, insomma, a partire dalla capacità di fare rete e di gestire progetti complessi.

Lo sportello, gestito da Hangar Piemonte, azienda dell’assessorato alla Cultura sostenuta da due fondazioni – Piemonte dal Vivo e Compagnia di San Paolo – è frutto di un percorso piuttosto innovativo: “Si tratta di un’iniziativa unica in Italia – spiega Sara Perro, responsabile comunicazione Hangar Piemonte –.  Il progetto è nato nel 2014: il nostro obiettivo è riorganizzare gli spazi esistenti tramite la cultura”.

Ma i problemi da risolvere, per i comuni, non trovano tutti risposta nello sportello. Perché il deficit di competenze è pesante soprattutto nei territori, dice Ghio: “ Ai comuni mancano le figure professionali necessarie. Siccome è un ambito nuovo, tutti stanno più o meno imparando in corso d’opera, ma non è facile perché non c’è il tempo. Se ci fosse stata una formazione seria prima dell’uscita dei bandi per i professionisti sarebbe stato più facile”.

E poi c’è il rischio di non riuscire a gestire gli interlocutori indispensabili a imprese così vaste: “Ci sono tante persone che propongono le loro professionalità, ma non abbiamo nemmeno gli strumenti per capire se sono effettivamente valide”.

Il Covid, conclude il sindaco di Celle Macra, ha reso le cose più difficili:  “Abbiamo avuto un anno e più di rallentamento, poi è partito tutto insieme: c’è un overdose di pratiche e progetti che erano fermi da far ripartire”. E anche 22,8 milioni di euro in più da gestire rischiano di essere un problema.