Il Piemonte è tra le regioni italiane a soffrire di carenza di personale con competenze digitali insieme a Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Valle d’Aosta. Una mancanza che sta frenando il progresso del settore tecnologico: “Sono 125mila le pmi che hanno già varcato le frontiere dell’intelligenza artificiale, su un totale di 134mila imprese italiane pioniere dell’IA. Ma la loro corsa nella transizione digitale è frenata dalla difficoltà di trovare personale qualificato – avverte Confartigianato che ha presentato un rapporto che fa il punto sul grado di innovazione delle imprese e sull’utilizzo dell‘intelligenza artificiale per ottimizzare la creatività e la qualità di prodotti e servizi made in Italy -. Su 449mila lavoratori con elevate ‘e-skill 4.0’ richiesti dalle aziende, ne mancano all’appello 246mila, pari al 54,9%. La situazione peggiore è in Trentino Alto Adige e per i tecno-elettricisti”, stima Confartigianato.
In Piemonte e Valle d’Aosta le figure introvabili sono 16.720, circa il 57,8% del totale richiesto. In testa alla classifica dei più ricercati nel Paese ci sono gli elettricisti specializzati in costruzioni: lo scorso anno sono risultati difficili da reperire 11.900 su un fabbisogno delle imprese pari a 17.540. Difficile reperire anche 8.590 tecnici programmatori su un totale di 11.730 e addetti ai macchinari utensili.
“La carenza di personale qualificato nell’IA – commenta il presidente di Confartigianato Marco Granelli – è un’emergenza da affrontare subito con un’adeguata politica formativa. Altrimenti rischiamo di subire soltanto i rischi dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro, senza riuscire a coglierne le opportunità di nuova occupazione offerte dalle aziende. Ne va anche della competitività dei piccoli imprenditori, impegnati ad utilizzare l’IA con l’intelligenza artigiana per potenziare la qualità made in Italy delle loro produzioni”, conclude Granelli.