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Perché non serve l’automobile per muoversi a Torino

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Per ogni due persone a Torino c’è più di un’automobile in strada. Secondo il rapporto Rota 2021, nel capoluogo piemontese circolano più autovetture di Milano, Roma e Napoli. “Serve investire di più in riduzione del numero delle auto, convincendo le persone che la utilizzano solo per pochissimi kilometri a camminare a piedi o spostarsi in bici”, dice Elisa Gallo, presidente di Fiab Torino-Bike Pride. “È un lavoro di cambio di abitudine – aggiunge – Promuovere l’uso della bici e disincentivare quello dell’automobile non solo ha un impatto positivo in termini di salute, economia e benessere, ma va a beneficio della collettività”.

Elisa Gallo, presidente di Fiab Torino-Bike Pride

Le piste ciclabili a Torino

“Molte persone che avrebbero intenzione di usare la bicicletta – dice Gallo – non lo fanno, perché sentono che la città non è sicura”. Eppure, il rapporto Rota segnala che Torino è il capoluogo metropolitano con la più alta densità di piste ciclabili in rapporto alla superficie comunale con 166,1 chilometri di piste ogni 100 chilometri quadrati. In totale, le piste ciclabili si estendono per circa 230 chilometri.

“Non direi che Torino sia una città ciclabile – spiega Elisa Gallo –. Ma ha sicuramente un alto potenziale di ciclabilità, perché è una città di dimensioni contenute in cui gli spostamenti sono mediamente di pochi kilometri. E non credo – osserva – che tutti debbano muoversi ogni giorno da Falchera a Mirafiori”.  

In bici, ma in sicurezza

Il punto è rendere sicure le piste ciclabile esistenti e ridisegnare il concetto di viabilità, mettendo al centro il ciclista. “Il numero delle auto in città influisce certamente sulla sicurezza – dice Gallo –. Occorre ridurre il numero di macchine, ma anche limitarne la velocità nelle zone in cui non possono essere realizzate piste ciclabili”. Nulla di diverso da quanto già previsto dal Pums (il Piano urbano di mobilità sostenibile) che, per ridurre i livelli di inquinamento atmosferico, propone di disincentivare l’uso dell’auto con misure infrastrutturali e regolative.

Il cammino da percorrere è quello già intrapreso da altre città europee: le cosiddette città a 30Km/h. “Non è un obiettivo irrealizzabile, ma è il futuro della città – spiega la presidente di Fiab Torino-Bike Pride – Adesso la velocità media delle auto è di 18Km/h e negli orari di punta si scende intorno a 10 Km/h. In bici, invece, si mantengono tranquillamente i 14 Km/h”. Sulla richiesta di rendere Torino una città a 30 Km/h sta lavorando la Consulta della mobilità ciclistica e della moderazione del traffico che dopo la pandemia, insieme ad altre associazioni, ha proposto di introdurre limiti di 20Km/h lungo i controviali di Torino come corso Francia, corso Vittorio Emanuele e corso San Maurizio.

“In via Nizza il problema non è la pista ciclabile”

«Via Nizza è uno dei temi su cui si discute da sempre, ma bisogna cambiare punto di vista», dice Elisa Gallo dopo la presentazione della petizione di alcuni commercianti della zona che chiedono di rivedere il percorso ciclabile. “Il problema non è la ciclabile – spiega – ma ampliare la visibilità agli incroci. Non entro in questioni tecniche, ma se serve ridurre i parcheggi o realizzare attraversamenti rialzati, bisogna farlo”.

L’obiettivo è sempre lo stesso: disincentivare l’utilizzo dell’automobile. “Mi aspetto che lo dicano anche gli amministratori – l’invito di Gallo – Non possiamo continuare a dire di voler promuovere la ciclabilità, senza però ridurre il numero delle auto. Sono due cose incompatibili”.