Ospedale alla Pellerina: “Ci batteremo fino al referendum”

condividi

Sì a un nuovo ospedale Maria Vittoria, no alla location individuata dal Comune. Il parco della Pellerina, la più grande area verde della città attraversata dalla Dora Riparia, non si tocca. La posizione del Comitato “Salviamo la Pellerina” è nota (Futura ha ricostruito la vicenda qui), ma nella giornata di mercoledì 10 maggio è stata pubblicamente ribadita mediante la procedura del Diritto di tribuna

Di che si tratta? Nel febbraio scorso i membri del Comitato avevano presentato al Comune una petizione sottoscritta da oltre 400 firmatari. Ora hanno avuto la possibilità di presentarla pubblicamente. “Un diritto democratico che trova applicazione dopo tre mesi – afferma Giorgio Zimbaro, tra i promotori dell’iniziativa -. Per incontrare le commissioni consiliari dovremo aspettare fino al 29 giugno. Nel frattempo Città di Torino, Asl e Regione Piemonte hanno avuto il tempo di siglare un Protocollo d’intesa ratificato con delibera di giunta comunale, senza nemmeno un passaggio in Consiglio”. 

Ma a che punto siamo con l’iter burocratico? Al momento, di deliberato c’è solo il protocollo d’intesa. “Un sistema attraverso il quale il Comune fa cassa – sostengono i promotori del comitato – vendendo all’Inail oltre 59 mila metri quadrati del Parco. Ma oltre alla spoliazione del patrimonio pubblico e alla distruzione del verde c’è anche la beffa delle compensazioni”. Nel caso in cui  non sia possibile individuare aree da ri-naturalizzare, il Comune di Torino ammette infatti la monetizzazione delle opere di compensazione: “Oltre a quelli della vendita del terreno – continuano – il Comune incassa così anche i soldi della vendita del verde”.

“Al momento è stato compiuto un percorso di istruttoria – spiega Ludovica Cioria, vice presidente del Consiglio comunale di Torino, che ha raccolto la petizione dalle mani dei sottoscrittori – e sulla base dei punteggi assegnati la scelta è ricaduta sull’area giostrai della Pellerina, ma questa non è ancora materia di Consiglio comunale, che sarà chiamato a esprimersi in una fase successiva, ad esempio per il cambio di destinazione d’uso”. Nelle scorse settimane, l’assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi aveva spiegato che, proprio per non perdere il contributo Inail, l’aggiudicazione della progettazione dovrà avvenire entro settembre (ne abbiamo parlato qui).

Alternative alla Pellerina

Opere di compensazione, tutela dell’ambiente e degli alberi (secondo il conteggio dei presenti ne verrebbero abbattuti circa 200) e molte preoccupazioni di natura ambientale, come il fatto che l’area sorga nei pressi dell’antico alveo della Dora (negli anni deviato e incanalato). Ma, per i cittadini, che lamentano soprattutto il mancato coinvolgimento da parte del Comune, le alternative non mancano. Su tutte? “La bomba ambientale della Thyssen – così i manifestanti descrivono il sito industriale dell’acciaieria dismessa -, ancora completamente da bonificare. Un’operazione che dovrebbe avvenire a carico dei privati e che dovrete consentire alla cittadinanza di riutilizzare l’area”.

I cittadini si preparano all’incontro in commissione, durante la quale presenteranno anche la proposta di delibera già protocollata in Comune ad inizio aprile. “Se non dovesse bastare – chiude Zimbaro – si passerà alla richiesta di referendum propositivo che restituisca ai torinesi la possibilità di scegliere la soluzione migliore”. Intanto bisognerà aspettare fine giugno, proprio quando è atteso il bando di gara per l’individuazione dei progettisti.

La presentazione della petizione durante il Diritto di Tribuna al parco della Pellerina