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Paracadutismo e parapendio, il mondo visto dall’alto ti mette le ali

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“Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare”. Più di cinquecento anni fa Leonardo da Vinci conosceva già bene il fascino del volo, come testimoniano questa citazione e i suoi disegni delle prime macchine volanti e di paracadute. Solo negli ultimi decenni le innovazioni di materiali e tecnologie, unite al coraggio di pochi intraprendenti, hanno aperto la pratica del volo libero allo sport, svincolandolo dagli addestramenti e dalle operazioni militari.

I lanci con la Brigata paracadutisti dell’esercito sono stati spesso la prima occasione per provare l’esperienza del volo per chi oggi fa l’istruttore. Per Roberto Lomonaco, direttore della scuola Sky Dream Center di Cumiana, a pochi chilometri da Pinerolo, non è stato così. Ha fatto il suo primo lancio con il paracadute nel 1986 spinto dalla curiosità, poi è diventato pilota di aerei e ha praticato subacquea. L’eccezione di vedere il mondo da una prospettiva diversa da quella a cui si è abituati per lui è una regola: «Per diventare istruttore occorrono circa mille lanci, ma ogni volta che sono a 4000 metri provo delle emozioni uniche: è difficile descrivere le sensazioni che danno la velocità e il “galleggiare” nell’aria. Ognuno può cercare qualcosa di diverso, c’è chi ama la competizione, chi fa salta per divertirsi o chi vuole fare lanci sempre diversi».

Alla scarica di adrenalina del paracadutismo fa da contraltare lo spirito contemplativo del parapendio. Guido Teppa della scuola Peter Pan di Chialamberto, nelle Valli di Lanzo, è un pioniere della disciplina: ha dato le prime lezioni per pagarsi gli studi in fisica quando in Italia esistevano soltanto altre due scuole. Nel 1988 ha pubblicato uno dei primi manuali dedicati al parapendio, aggiornato nel 2009 su richiesta della Federazione italiana volo libero. «È un mezzo che nasce per gli appassionati di montagna: chi saliva in quota poteva discendere agganciato a questo straccio che acquista forma una volta in volo. Quando i progettisti hanno studiato vele più performanti che permettessero di sfruttare le correnti ascensionali c’è stato il boom tra gli amanti del volo in generale» spiega Teppa. «Una volta appresa la parte tecnica i nostri allievi spesso si appassionano alla meteorologia: la conoscenza dei venti è fondamentale per un’esperienza di volo sicura e di qualità».

Come per ogni attività sportiva, le competizioni non mancano nemmeno per queste discipline. Ad agosto i Mondiali delle specialità “cross country” e “acrobatics” di parapendio saranno in Italia, in provincia di Udine. Nel paracadutismo le specialità si moltiplicano a una decina e in alcuni casi sono affiancate da un’attività indoor che si svolge all’interno dei tunnel del vento. Gli atleti rappresentano però una netta minoranza rispetto ai praticanti e agli appassionati. La diffusione trasversale di entrambe le discipline tra persone di tutte le età è uno degli elementi più notevoli maturati negli ultimi anni: «Ogni anno alla Sky Dream facciamo circa 1500 voli in tandem, anche con persone sopra i 75 anni – racconta Roberto Lomonaco – alle scuole interessa diffondere la cultura del paracadutismo, farla diventare una disciplina per tutti. Una delle esperienze più piacevoli che ho provato è stata volare in tandem con ragazzi paraplegici». Alle persone con disabilità la scuola Peter Pan dedica dal 2007 “Paravolando”, una festa del volo biposto in programma ogni anno a Chialamberto il primo weekend di luglio. L’edizione 2019 è saltata a causa del maltempo, ma l’appuntamento è già rinnovato per la prossima estate.

Articolo tratto dal Magazine Futura del 22 gennaio 2020. Leggi il Pdf cliccando qui.

LUCA PARENA