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Salari bassi e tagli alla mutua: oss contro il contratto Anaste

Oggi gli oss (operatori socio-sanitari) delle Rsa si sono riuniti in piazza Castello, davanti al palazzo della Regione, per protestare contro quello che viene definito un “contratto pirata”, in quanto siglato da sindacati non maggiormente rappresentativi. La manifestazione è stata infatti organizzata dai sindacati confederali: Cgil, Cisl e Uil.

Sotto accusa è la Anaste, l’Associazione nazionale strutture territoriale e per la terza età. “Anaste ha creato un contratto senza condividerlo con i sindacati confederali. Oltre a ribassare la parte economica, non paga più i primi tre giorni di mutua in maniera autonoma e ha abbassato il periodo di conforto, anche per malattie di un certo tipo. La grande problematica è la connivenza tra gli enti: in questo modo risparmiano”, spiega Antonio Caputi, membro della sezione pubblica di Cgil.

Per i manifestanti, il nuovo contratto non colpisce solo gli operatori socio-sanitari, ma anche gli ospiti delle strutture. “Gli stipendi sono bassi — si parla di 6 euro all’ora per gli oss e di 5 euro per gli ausiliari —, i turni notturni non prevederanno più una paga maggiorata rispetto a quelli diurni, e ci tolgono anche il diritto alla mutua. I primi tre giorni non saranno più retribuiti. Siamo continuamente sotto organico, e mancano le risorse. Spesso, non abbiamo neanche delle porzioni di cibo sufficienti per gli ospiti della struttura”, racconta Giorgia, operatrice socio-sanitaria di 22 anni.

Le condizioni di lavoro, spesso, non permettono agli operatori di fornire agli ospiti un’assistenza adeguata: “Possiamo dedicare circa tre minuti e mezzo a ospite. Un solo oss deve occuparsi di 40 persone e gli infermieri non ci aiutano — raccontano Ruzica, Maria Letizia, Giulia e Lena, oss presso una struttura dell’Asl torinese—. Dobbiamo pensare al futuro della sanità. L’Italia va verso la privatizzazione, ma non ce lo possiamo permettere”.