Le sfide del 2021 si possono considerare vinte, ora occorre mettersi sulla difensiva e rispondere alle difficoltà del momento. In Piemonte la crescita della produzione industriale manifatturiera del quarto trimestre dello scorso anno si attesta al 6,8%, ma l’invasione dell’Ucraina fa paura. Questo è quanto emerge dalla 201esima “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con Intesa San Paolo e Unicredit. La rilevazione è stata effettuata nei mesi di gennaio e febbraio 2022 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2021.
Il rimbalzo atteso dopo un 2020 dal segno meno, imposto dalla pandemia, è andato oltre le aspettative, per larga parte della filiera piemontese, sopratutto quella dell’elettrico, mentre in difficoltà è il settore dei trasporti. La crescita media annuale è stata del 10,3%, superiore anche alle ultime annate pre-Covid. Il manifatturiero costituisce il 9,1% delle imprese regionali, ma il numero negli ultimi anni è in costante calo. Elemento non negativo perché dovuto a dinamiche di aggregazione: quelle più piccole tendono a unirsi e strutturarsi in consorzi più grandi, per resistere alla sfide del momento. Il presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia è soddisfatto dei risultati: ” I dati che abbiamo raccolto mostrano una buona performance della produzione industriale, me l’alto prezzo del petrolio, la crisi energetica e i costi elevati delle materie prime costringono il nostro sistema a mettersi sulla difensiva. Servono misure anti caro bollette e inflazione per proteggere le imprese da questi pesanti contraccolpi”.
Il fatturato segue la crescita della produzione e nel quarto trimestre del 2021 si attesta al +13,6%, rispetto allo stesso periodo del 2020. Sfiora il 20% invece l’incremento dei guadagni provenienti dall’export. Il settore con un segno positivo più ampio è quello del tessile (+ 17,1%), ma il dato risente del fisiologico rimbalzo dal momento, si tratta infatti del settore su cui nel 2020 il Covid si è scagliato con più forza. In quest’ottica molto positivi i numeri del comparto elettronico e dell’alimentare (rispettivamente +6,5% e +7,5%). Bene anche il settore del legno e del mobile e quello meccanico. In leggera difficoltà, invece, i trasporti.
Per quanto riguarda il dato provinciale, Biella segna la crescita più elevata (15,3%) grazie al traino del tessile, segue il Verbano-Cusio-Ossola. Torino registra buoni risultati in tutti i settori tranne in quello dei trasporti, dove la bassa crescita dell’automotive (0,7%), è solo in parte compensata dal boom dell’aerospazio (+10,7%). A Vercelli i numeri più bassi, che risentono delle difficoltà dell’industria chimica.