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NewsGuard ha trovato dieci pagine su Facebook che diffondono fake news sul coronavirus

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Nasce tutto da una ricerca di NewsGuard sulla disinformazione su Facebook realizzata fra il 29 febbraio e il 28 aprile. Il sito (e tutti gli altri strumenti tecnologici legati alla testata di fact-checking), che si affida a giornalisti esperti per contrastare la disinformazione e le fake news, scova dieci “super-diffusori” italiani sul social network di Mark Zuckerberg.

Facciamo un passo indietro. Il fondatore e amministratore delegato di Facebook, che nel 2019 registrava 1,59 miliardi di utenti giornalieri attivi, aveva dedicato un lungo post sul suo profilo personale per aggiornarli “Sul lavoro che stiamo facendo per mettere in contatto le persone con informazioni accurate e limitare la diffusione di informazioni errate su Covid-19”. Zuckerberg, la cui azienda comprende anche Whatsapp, Instagram e Messenger spiegava le varie iniziative che avrebbe messo in moto all’interno della sua macchina virtuale, come il fact-checking delle notizie o l’eliminazione di post ritenuti pericolosi per l’informazione.

 


Guy Rosen, il vicepresidente per l’integrità di Facebook, meno di un mese fa ha dichiarato che centinaia di migliaia di notizie false sono state rimosse grazie a un sistema di notifiche che avverte l’utente quando mette like a un contenuto di disinformazione dannoso relativo al Covid-19. Si tratta di quei contenuti che invitano ad applicare teorie assurde per combattere il contagio o per prevenirlo. Eppure, nonostante tutte queste precauzioni, le pagine che diffondono informazioni false su Facebook continuano ad esistere.

Ed ecco tornare alla ricerca di NewsGuard sui diffusori di bufale attraverso Facebook, tutti rigorosamente Made in Italy. I contenuti evidenziati e segnalati come “falsi” riguardano false cure e teorie del complotto sull’origine del virus, ma il documento a cura di Virginia Padovese e Kendrick McDonald si concentra sulle pagine che pubblicano, condividono e amplificano queste fake news.

I “super-diffusori” di disinformazione relativa al Covid-19 sono tali per via dell’elevatissimo numero di follower: nel loro insieme, queste dieci pagine raggiungono 5.482.698 utenti.Lo studio fa un confronto con pagine come RaiNews, che ha circa 500.000 follower: è un quarto rispetto ai due milioni di “Semplicemente Charlie“, uno dei principali soggetti dell’analisi. “Visto l’elevato numero di persone che le seguono, queste pagine hanno contribuito significativamente alla diffusione della disinformazione sul COVID-19 condividendo gli articoli pubblicati da due siti: “ViralMagazine.it” e “FanMagazine.it”. Entrambi questi siti sono stati valutati “rossi” da NewsGuard, perché non rispettano i criteri fondamentali di credibilità e trasparenza”. Si tratta di due dei nove criteri di valutazione che il sito statunitense utilizza per analizzare i siti web: a ciascuno viene assegnato un certo numero di punti, per un totale di 100. Un sito con un punteggio inferiore a 60 viene considerato rosso.

Secondo lo studio queste pagine sembrano sfruttare pratiche ingannevoli per ingannare Facebook: “Tutte e 10 hanno nomi che non riflettono il contenuto dei loro post, o si descrivono ai loro follower in modo fuorviante. Ciò significa che probabilmente si sono costruite un pubblico descrivendosi in modo attraente per un ampio numero di utenti Facebook e poi, più recentemente, hanno iniziato a offrire al loro pubblico contenuti falsi e fuorvianti, anche sul COVID-19”. Così il monitoraggio da parte della piattaforma, basato sui nomi delle pagine o sulle loro descrizioni, “difficilmente arriverà a controllare i contenuti di queste pagine”. I contenuti di “Semplicemente Charlie”, “Luxury fashion”, “Ti amo, però…” e tanti altri, trattano infatti temi quali l’amore, il cibo, la moda e immagini e video di bambini e animali. Poi però, tra un’immagine brillantinata e l’altra, emerge un articolo sull’epidemia privo di alcuna evidenza scientifica: uno suggerisce di curare il coronavirus con acqua calda e limone, un altro accusa il governo di aver impedito di effettuare test sui migranti. E così via.

NewsGuard spiega che Facebook non ha fornito “alcun avvertimento, fact-checking, o link a fonti più credibili. Nessuno dei post analizzati da NewsGuard ha ricevuto nemmeno avvisi da fact-checker esterni”. Inoltre la proprietà di queste pagine è sconosciuta, perché la funzione “Trasparenza” della piattaforma non fornisce informazioni a riguardo. Secondo NewsGuard due di queste dieci pagine in lingua italiana vengono gestite dalla Germania, ma le tre pagine con il maggior numero di follower sono gestite dall’Italia e da una posizione geografica che Facebook definisce “Non disponibile”. NewsGuard spiega di aver inviato a ognuna di queste pagine una richiesta di chiarimento sulla condivisione di contenuti falsi sul Covid-19. Solo l’amministratore di una pagina, “Il nettare dell’amore”, ha risposto: “Io ricambio solo la cortesia alle pagine che passano a prendere i miei link. Queste cose le dovrebbe chiedere a chi le crea le notizie no a chi le condivide”.

 

Da metà marzo Facebook ha iniziato a mostrare in cima alla home della piattaforma un box con cui possono reperire notizie e aggiornamenti ufficiali sulla diffusione del covid-19. Si chiama Centro informazioni sul coronavirus, e offre due possibilità: “Vedi le informazioni” e “Attiva iscrizione”. La prima conduce a notizie in evidenza, link che rimandano ai siti istituzionali e statistiche dettagliate sull’andamento del contagio, la seconda attiva l’iscrizione agli update così da poterli ricevere automaticamente. Alcune strategie di Facebook contro la disinformazione, invece, sono state messe in atto o intensificate nel mese di aprile.

CHIARA MANETTI