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Museo Egizio: a Forte dei Marmi la mostra itinerante

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Sono circa 300 i chilometri che si frappongono tra Torino e Forte dei Marmi. Una strada tortuosa che dalle Alpi scende verso gli Appennini per poi finire sulle spiagge del mar Tirreno. Ma per l’estate 2024 questa distanza verrà accorciata notevolmente grazie all’Egitto e ai suoi tesori culturali. Il museo Egizio torinese ha infatti scelto il piccolo comune versiliese per una sua mostra itinerante, dal titolo “Gli Egizi e i doni del Nilo”. L’inaugurazione è fissata per il 1°agosto al Forte di Leopoldo І e al taglio del nastro saranno presenti il direttore del museo Christian Greco, il sindaco di Forte dei Marmi Bruno Murzi e Ermindo Tucci, il presidente di Villa Bertelli (fondazione culturale fortemarmina). L’iniziativa si inserisce all’interno dei festeggiamenti del bicentenario del museo che coincidono con l’autunno di quest’anno. A curare la mostra sarà Paolo Mirani, coordinatore scientifico delle mostre itineranti del museo.

Cosa ospiterà la mostra

 Vasi, stele, amuleti e papiri, oltre a una maschera funeraria di età romana sono i tesori che verranno trasferiti a Forte dei Marmi, in modo da offrire ai visitatori un assaggio del museo più antico del mondo. Ma ci sarà anche spazio per infografiche e installazioni multimediali, con approfondimenti storico-scientifici sui reperti e i diversi periodi storici. In preparazione anche una speciale audioguida in italiano e in inglese, con la voce dello scrittore fortemarmino Fabio Genovesi, candidato al Premio Strega con il romanzo “Oro puro”.

“Dopo la trasformazione del 2015 – dichiarano la presidente del museo Egizio, Evelina Christillin e il direttore, Christian Greco – il museo si è aperto al mondo, ha cambiato costantemente la sua offerta espositiva, ha studiato nuove strade e modalità per raccontare non solo la cultura materiale, ma anche la storia nascosta dei reperti e della civiltà dell’antico Egitto, attraverso la ricerca e le nuove tecnologie. Ora ci apprestiamo a vivere una nuova stagione di trasformazione, in occasione dei 200 anni del museo. Celebrali non è solo un esercizio di memoria, ma significa anche programmare il futuro con un occhio attento anche alla ricostruzione del paesaggio, della natura e della cultura, da cui provengono gli oggetti che custodiamo e raccontiamo al pubblico”.