Torino corre ai ripari sulla movida. D’altronde Palazzo Civico non aveva altra scelta, soprattutto dopo la vicenda che ha obbligato l’amministrazione a risarcire un gruppo di residenti di San Salvario per 200mila euro. Troppi schiamazzi, troppo rumore. Un problema per il quale il comune era stato chiamato a trovare delle soluzioni già in autunno. A novembre, i giudici avevano concesso sei mesi di tempo per intervenire con misure di prevenzione e di contrasto alla mala movida. Detto, fatto. Questa mattina la giunta comunale ha individuato le necessarie modifiche ai regolamenti urbani sul tema e introdotto nuovi strumenti di controllo. Le linee d’azione non riguardano solo San Salvario, ma si concentrano sulle aree che rappresentano i maggiori centri di aggregazione nel weekend, quindi anche Santa Giulia, Vanchiglia e piazza Vittorio.
Pubblico e privato. Entrambi sono presi in considerazione nel piano di azione che adesso attende solo di essere discusso in consiglio. Nel frattempo si inizia con i controlli, attuati sia con gli strumenti tradizionali che con quelli più innovativi. Innanzitutto, verranno installati nei locali dei fonometri, per i quali il comune ipotizza di dare dei contributi ai commercianti per l’acquisto. Non ci si ferma qui perché arriva in soccorso anche l’innovazione tecnologica: tramite gli smartphone sarà possibile contare il numero delle persone presenti in una determinata area, in particolare quella di Largo Saluzzo. Si punta quindi all’analisi dei dati, non del tutto una novità. “Il flusso delle persone è un dato che viene già monitorato e che è stato monitorato anche in altre occasioni – spiega Gianna Pentenero, assessora alla sicurezza, che annuncia anche l’introduzione di una cabina di regia apposita per il tema -. Assumerà il coordinamento di un processo inclusivo, che vedrà la partecipazione di enti, soggetti privati, associazioni e residenti, nell’ottica di abbassare il livello di conflitto”.
All’amministrazione interessa trovare un punto di incontro per permettere a Torino di essere sia una città tranquilla per chi ci abita che una città divertente per chi esce la sera. Un compromesso possibile secondo il sindaco Stefano Lo Russo: “Per adesso abbiamo approvato tre delibere a riguardo, poi nelle prossime settimane partiranno le sperimentazioni. Ci siamo dotati di strumenti di cui, in parte, valuteremo l’efficacia strada facendo. L’obiettivo è comunque quello di garantire e promuovere una buona movida e questa rinnovata vocazione della città, ovviamente nel rispetto di tutti”. E per farlo si pensa anche a modalità nuove per individuare le aree e le attività che non rispettano le regole. Gli esercenti dovranno, ad esempio, dotarsi di bicchieri usa e getta tramite i quali sarà possibile dedurre il locale di provenienza. In questo modo ogni comportamento scorretto sarà più facilmente riconoscibile e più rapidamente sanzionato.
Cambiano le regole anche sulla dimensione dei luoghi al chiuso: verranno individuanti limiti diversi da quelli attuali per l’apertura o il trasferimento di un’attività, la cui superficie dovrà essere superiore agli attuali 75 metri quadri. “Ci saranno delle agevolazioni per il trasferimento in altre zone della città”, spiega l’assessore al commercio Paolo Chiavarino. Un’azione volta a delocalizzare la presenza della movida. Sempre al fine di creare un’armonia tra le parti e rendere la città attrattiva per i più giovani, l’amministrazione amplia la sua offerta di intrattenimento. “Ci saranno delle sperimentazioni anche di carattere aggregativo” anticipa Carlotta Salerno, assessora ai giovani e alla rigenerazione urbana, che propone un “silent-cinema” nella zona del viale Ottavio Mai. Un progetto che si pone l’obiettivo di proporre alle generazioni più giovani un tipo di divertimento serale alternativo e sicuramente più silenzioso rispetto al solito sabato sera al pub.