Riscoprire Alberto Moravia, il “militante dell’arte”

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Torino si prepara a riscoprire uno dei principali romanzieri e intellettuali del Novecento italiano come Alberto Moravia attraverso il progetto “Nato per narrare”, ideato dalla Fondazione Circolo dei lettori e realizzato in collaborazione con la Gam – Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino e il Museo nazionale del cinema. Tre luoghi iconici della cultura cittadina per tre settori artistici che hanno segnato la vita di un uomo capace di esplorare come pochi il mondo dell’arte in maniera così trasversale attraverso letteratura, cinema e arti figurative.

Figura dalla complessità straordinaria, in grado di spaziare nei più diversi ambiti intellettuali e artistici, Alberto Moravia trova nell’arte una finestra privilegiata attraverso cui osservare il mondo: da qui la spinta a scrivere di arte e pittura, un’attività cominciata nel 1934 e cessata solo alla sua scomparsa, avvenuta nel 1990. Una passione, quella di Moravia per l’arte, nata durante il lungo periodo di formazione romana grazie anche all’influsso di suo padre, appassionato di pittura, e di sua sorella Adriana Pincherle, artista di rilievo nel panorama capitolino. 

Alberto Moravia fotografato da
Elisabetta Catalano, 1970.

Non solo Roma nella vita artistica di Moravia: tra le pubblicazioni e gli scritti più rilevanti emergono senz’altro quelli affidati alle pagine della torinese Gazzetta del popolo. A Torino lo scrittore ha avuto modo di seguire e affiancare Enrico Paulucci e Carlo Levi durante il periodo nel Gruppo dei Sei. Da Renato Guttuso a Mario Schifano, tanti i profili – anche molto diversi – degli artisti che fanno da corollario alla vita di Alberto Moravia, “militante dell’arte”.

Con questa espressione il critico d’arte Luca Beatrice sottolinea l’impegno e l’interesse costante di Moravia per l’arte in occasione della presentazione della mostra “Non so perché non ho fatto il pittore”, rassegna curata assieme al direttore della Fondazione Circolo dei lettori, Elena Loewenthal, e che prende il nome dall’omonimo volume di Alessandra Grandelis, che mette in luce il rapporto di stima e vicinanza con gli autori delle opere presentate.

“Non so perché non ho fatto il pittore”, conferenza di presentazione, Gam Torino – Foto Simone Matteis

La mostra allestita nello spazio Wunderkammer della Gam dal 7 marzo al 4 giugno presenta circa 30 opere provenienti dalla Casa museo Alberto Moravia di Roma oltre che da raccolte private. Un ampio e interessante fotogramma sulla produzione dello scrittore che consente, attraverso l’affiancamento di opere e scritti, di comprendere il pensiero di un “nuovo modello di arte, letteratura e giornalismo” e immedesimarsi nella sua tendenza a essere “inequivocabilmente nato per narrare”, come sottolinea Elena Loewenthal riprendendo il critico letterario Giacomo De Benedetti.

Come anticipato, il progetto dedicato a Moravia coinvolge non soltanto la Gam: il Circolo dei lettori ospiterà una serie di eventi che vedrà tra i protagonisti personaggi del calibro di Dacia Maraini, Edoardo Albinati e Nicola Lagioia; il Museo del cinema di Torino dedicherà invece all’autore una serie di quattro proiezioni di pellicole che hanno portato sul grande schermo le sue opere: Il conformista (Bernardo Bertolucci), La ciociara (Vittorio De Sica), Il disprezzo (Jean-Luc Godard), Gli indifferenti (Citto Maselli).

Esposizioni, convegni e proiezioni cinematografiche: modi diversi per riscoprire la straordinaria duttilità di Alberto Moravia e la sua vita trascorsa con l’Arte sempre in primo piano. Fino al punto da mettere in crisi la sua immensa passione per la letteratura, perché – disse una volta – “Se avessi dovuto scegliere tra la letteratura e la pittura, avrei optato per quest’ultima”.