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Mancano scrutatori, colpa di compensi bassi e scarsa informazione

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È la vigilia delle elezioni europee. In Piemonte le persone saranno chiamate a votare per eleggere il nuovo governatore della Regione. Inoltre, in tutta Italia molti e molte dovranno eleggere il sindaco e, quindi, rinnovale il consiglio comunale: in totale saranno chiamati alle urne 3.700 comuni, tra cui anche 27 capoluoghi di Provincia. Nonostante manchino solo poche ore all’apertura dai seggi, però, in alcune città mancano scrutatori e presidenti di seggio. A Torino, gli scrutatori mancanti sono un migliaio, mentre i presidenti di seggio sono 367. Il Comune di Firenze è in corsa contro il tempo per sostituire 750 scrutatori e 130 presidenti di seggio che hanno rinunciato all’incarico. A Milano, alla data del 4 giugno, erano ancora da reperire 4992 scrutatori e 1248 presidenti, per un totale di oltre 6000 persone.

Il 26 aprile il Ministero dell’Interno aveva già lanciato l’allarme. In una circolare, inviata ai prefetti, richiamava l’attenzione “sull’anticipo alle 15 di sabato 8 giugno dell’inizio della votazione”, evidenziando come questo, insieme alla previsione della costituzione degli uffici elettorali di sezione a partire dalle 9 della stessa giornata, avrebbe potuto determinare “criticità di tipo funzionale, principalmente legate alle ormai ricorrenti defezioni da parte dei componenti di seggio designati”. Contestualmente, il Viminale evidenziava la necessità di sensibilizzare i sindaci a raccogliere “la preventiva disponibilità dei propri elettori, sebbene non iscritti nell’Albo degli scrutatori, ad essere inseriti in un apposito elenco aggiuntivo e a subentrare nell’esercizio delle funzioni di componente di seggio, comprese quelle di presidente, in tutti i casi di improvvisa vacanza di quelli originariamente nominati”.

In passato, ma anche per le elezioni che si svolgeranno questo weekend, gli studenti hanno rappresentato una fetta importante degli addetti alle operazioni di scrutinio ai seggi. Alessandro, 23 anni, originario della Sardegna e oggi studente fuori sede all’Università di Torino, ricorda con piacere l’esperienza fatta quattro anni fa come segretario dell’ufficio elettorale di sezione: “È stato interessante capire come funzionano le urne. Se fossi ancora a casa, lo rifarei”.

Alessandro, però, è uno dei pochi studenti intervistati, ad averlo fatto. Molti non ne hanno mai avuto occasione. Alcuni, pur informandosi, non sono mai riusciti a inscriversi all’Albo degli scrutatori entro la scadenza. “Mi è sempre interessato – racconta Emanuela, 24 anni e di Torino -. Purtroppo non mi son mai informata in tempo”. A mancare spesso non è la voglia né l’interesse, ma la carenza di informazioni. “Io mi sono sempre mossa per conto mio, ma se non lo fai tu, è difficile sapere come funziona”, continua Emanuela. È d’accordo con lei Alice, 23 anni, di Moncalieri, che lo ha saputo casualmente da un amico: “O sei già dentro il giro oppure è difficile saperlo. Io l’ho scoperto quando ormai era troppo tardi e ci sono gli esami”.

Ma a disincentivare è anche il compenso, ritenuto troppo basso per le ore di lavoro. Angelica, dottoranda in Chimica degli alimenti all’Università di Torino, ha lavorato nei seggi elettorali di Dronero, in provincia di Cuneo, diversi anni. Ha iniziato come scrutatrice, poi un anno ha fatto la segretaria dell’ufficio elettorale e all’elezioni successive l’hanno chiamata come presidente. Per lo stesso incarico è stata riconvocata anche quest’anno, ma ha rifiutato. “All’ultimo voto, il compenso non è stato quello che mi aspettavo. Pensavo fosse legato alla tipologia, visto che si trattava di elezioni comunali”, spiega.

Negli ultimi anni, infatti, Angelica ha notato una differenza tra i compensi che riceveva e quelli di quando aveva iniziato a lavorare ai seggi come scrutatrice. “Era una cifra misera rispetto alle ore, all’impegno e alla responsabilità richieste”, commenta. Tra le operazioni preliminari prima dell’apertura dei seggi e le operazioni di scrutinio, si tratta di circa trenta ore di lavoro. Da circolare del Ministero dell’Interno è previsto un compenso di 138 euro per i presidenti di seggio e di 110,40 euro per i segretari e gli scrutatori. Significa quindi che per i presidenti la paga media è di 4,6 euro l’ora, mentre per gli scrutatori di appena 3,7 euro.