Lo Russo punta sull’auto elettrica: “Servono fondi dal governo”

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“Non può esistere una transizione ecologica verso l’auto elettrica senza investimenti pubblici”. Cento giorni dopo l’insediamento della nuova amministrazione, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo dalla sala delle colonne di Palazzo civico lancia la prima vera questione politica del suo mandato, rispondendo così a chi lo ha accusato di essere troppo accomodante con il governo Draghi e poco battagliero sulle questioni chiave della città.

Il sindaco focalizza l’attenzione del suo bilancio dei primi cento giorni sull’auto: “Di concerto con la Regione, chiederemo al governo di aiutare il territorio dell’auto con incentivi per la transizione all’elettrico. Si tratta di una questione cruciale, che non può essere affidata alle logiche del libero mercato. Immaginare la transizione verso l’auto elettrica senza contributi governativi è velleitario: dobbiamo fare come Francia e Germania, altrimenti è pura filosofia”. Lo Russo chiede incentivi, ma non solamente per l’acquisto: “C’è un tema generale di accompagnamento delle politiche di transizione energetica, che riguarda anche l’accompagnamento della conversione produttiva delle imprese che si sono via via sviluppate nei decenni scorsi e che oggi hanno esigenza di essere accompagnate verso la ripartenza”.

Una ripartenza che si vede, anche se la crisi non è ancora alle spalle: “I segnali della produzione industriale nazionale possono essere incoraggianti, per questo non possiamo perdere il treno della ripartenza e della ripresa, e per non perderlo occorre un intervento dedicato all’automotive e al supporto della transizione verso l’auto elettrica”. 

Altra questione cruciale per il futuro di Torino è la destinazione dei fondi del Pnrr, che a partire dai prossimi mesi costituiranno la principale risorsa per il rilancio della città e dell’intera regione: “C’è una cabina di regia interistituzionale sul recovery fund, contiamo sugli ottimi rapporti di collaborazione istituzionale con la regione per gestire al meglio i fondi che arriveranno. A dispetto delle differenze politiche e di divergenze su alcuni singoli temi, c’è grande sintonia e comunità d’intenti. Decisivo sarà l’apporto dell’Università di Torino e del Politecnico: “I due atenei hanno i mezzi necessari per valorizzare le risorse del piano, da loro arriverà una grandissima spinta all’innovazione”.

Per quanto riguarda le infrastrutture, la più importante è sicuramente la Linea 2 della metropolitana: “Siamo in attesa di risposte dal ministero per un finanziamento da un miliardo di euro che faccia partire la fase esecutiva del progetto. Sinergia totale con la regione, se tutto va bene iniziano i lavori nel 2023. Stiamo lavorando anche per restituire alla città il Palazzo del lavoro e l’ex manifattura tabacchi, con interventi di riqualificazione da completare entro la fine del mandato”.

Lo Russo è anche tornato sui fatti di venerdì scorso, con le cariche della polizia che hanno colpito studenti – gran parte dei quali minorenni – che protestavano contro l’alternanza scuola-lavoro: “Non possiamo vivere in una città dove a ogni corteo volano i manganelli e si vedono le scene di venerdì. C’è una riflessione in corso dal punto di vista nazionale, bisogna consentire logisticamente la facoltà di manifestare liberamente. Le restrizioni sui cortei non possono applicarsi in maniera generale, abbiamo intenzione di presentare a prefetto e questore l’esigenza di equilibrare ordine pubblico e diritto di manifestare. Ne parleremo domani al tavolo della sicurezza con l’assessore Pentenero.”

Per il rilancio della macchina comunale, suo cavallo di battaglia fin dalle primarie, Lo Russo ha indicato le prossime tappe: “Il 2022 sarà un anno di nuovi concorsi pubblici e nuove assunzioni. La questione dei servizi anagrafici è ancora più complessa di quanto potessimo immaginare, e l’anagrafe comunale non tornerà a pieno regime prima della fine del 2022. Abbiamo oltre 30 mila carte d’identità in arretrato”. I servizi comunali stanno già affrontando un processo di di digitalizzazione, ma il sindaco avverte: “All’innovazione digitale bisogna affiancare l’educazione tecnologica, per evitare che chi fa più fatica con questi nuovi mezzi venga tagliato fuori”. Per quanto riguarda le società partecipate, niente tagli in vista: “Non abbiamo in programma di privatizzare nulla, men che meno delle aziende strategiche. Semmai il nostro obiettivo è rilanciarle”.

Un altro tema fondamentale per il rilancio della città è la cultura, da intendersi sia come grandi eventi che come promozione della cultura territoriale: “Dobbiamo tornare a sognare in grande, Torino deve caratterizzarsi come città di grande attrattiva culturale, per questo occorre un salto di qualità dal punto di vista della promozione turistica sulla narrazione della città. Ora siamo fortemente impegnati sull’Eurovision e sulle prossime Atp finals, e ringrazio il ministro Di Maio per aver scelto Torino come sede del Consiglio d’Europa dei ministri degli Esteri. Stiamo poi procedendo ai lavori per la nuova biblioteca civica e per il parco culturale del Valentino”.

Grande attenzione infine al tema delle attività commerciali, uno dei settori che ha sofferto di più la crisi pandemica: “il commercio, specie quello di prossimità, è un attore importante sullo sviluppo economico di questa città, motore di rigenerazione e riqualificazione urbana. Puntiamo allo sviluppo delle aree mercatali come già fatto in piazza Bengasi, e all’allargamento dei dehor per bar e ristoranti”.